News | 16 December 2014 | Autore: Francesco Giorgi

In Italia gli autobus sono fra i più vecchi d’Europa

Lo evidenzia un rapporto di centro Ricerche Continental Autocarro. L’età media dei bus che circolano nel nostro Paese è di 12 anni e 2 mesi: “pericolosamente” vicino ai 13 anni dell’Estonia e 13 anni e 5 mesi del Portogallo, e molto lontano dai poco più di 6 anni dell’Austria.

Che l’Italia abbia il parco auto circolante fra i più “vecchi” d’Europa (l’età media è di circa 13 anni) è noto, e noi stessi lo abbiamo rimarcato. La situazione non cambia se si sposta l’obiettivo sui bus: secondo un’elaborazione effettuata da Centro Ricerche Continental Autocarro su dati ACI, l’età media degli autobus che circolano in Italia è di 12 anni e 2 mesi. Quasi il doppio, in confronto agli altri mercati UE, rispetto all’Austria (6 anni e 7 mesi), e una situazione ben lontana dalla Germania (8 anni e 8 mesi) e dal Belgio (10 anni e 6 mesi), e “pericolosamente” vicina al parco bus circolante in Estonia (13 anni) e Portogallo (13 anni e 5 mesi).

Più nel dettaglio, la regione italiana nella quale circolano i bus più datati è la Campania (età media 15 anni e 8 mesi), seguita da Sicilia (14 anni), Calabria (13 anni e 9 mesi), Basilicata (13 anni e 6 mesi) e Marche (13 anni). Al contrario, la regione più “virtuosa” è la Valle D’Aosta, nella quale l’età media del parco bus circolante è di 6 anni e 2 mesi; al secondo posto c’è il Friuli – Venezia Giulia (8 anni e 8 mesi), seguito a poca distanza dal Trentino – Alto Adige (8 anni e 11 mesi).

Fin qui le nude cifre. Ma cosa vuol dire dover contare su un parco autobus così datato? Non trattandosi di trasporto merci, ma di veicoli per il trasporto di persone, una delle questioni principali dovrebbe proprio essere riferita a turn over più vicini fra loro: l’impiego di autobus particolarmente vetusti rischia di implicare seri probemi riguardo alla sicurezza della circolazione, per non parlare dell’impatto ambientale. A questo proposito, Centro Ricerche Continental Autocarro punta il dito sui vantaggi per le aziende di trasporto se tutte si dotassero di autobus più recenti: “L’utilizzo di autobus più ; recenti porterebbe anche grandi vantaggi alle società di trasporto, dal momento che l’efficienza di questi mezzi è stata notevolmente migliorata, e quindi i consumi di carburante e le emissioni di sostanze nocive sono diminuite sensibilmente”, indica una nota di centro Ricerche Continental Autocarro.

Dal canto suo, Daniel Gainza, direttore commerciale di Continental CVT, affronta il tema della eccessiva vecchiaia del parco bus circolante dal punto di vista della tecnologia: “La tecnologia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e gli autobus di  ultima generazione sono profondamente diversi da quelli di dieci anni fa, sia a livello di dispositivi di sicurezza, sia per ciò che riguarda le tecnologie disponibili per ridurre le sostanze nocive immesse nell’ambiente, sia perché sono molto più efficienti sotto il profilo dei consumi di carburante. Se il ricambio del parco circolante è così lento, è però lecito farsi una domanda, che è anche una provocazione: la richiesta di innovazione per aumentare l'efficienza esiste veramente da parte delle aziende di trasporto pubblico locale?". E’ chiaro che quest’ultimo riferimento deve tenere conto anche delle più limitate risorse a disposizione sulle quali le amministrazioni locali, a causa della crisi e dei provvedimenti di Governo, possono contare: dunque sembra che le possibilità di accelerare il ricambio dei mezzi più vecchi ancora in circolazione siano sempre più ridotte.

Bisogna dunque rassegnarsi a vedere in circolazione mezzi molto vecchi e poco sicuri, almeno fino a quando la crisi economica non avrà fine? “Non è detto - conclude Gainza - Infatti oggi sono disponibili tecnologie e servizi che consentono di innalzare sensibilmente i livelli di sicurezza, efficienza e compatibilità ambientale dei mezzi in circolazione. Ad esempio, un semplice sensore che controlla la pressione di gonfiaggio dei pneumatici (Tyre Pressure Monitoring System, o TPMS) è sufficiente per diminuire i consumi di carburante, e quindi anche le emissioni nocive e per mettere a disposizione dei conducenti le informazioni necessarie per decidere se i pneumatici sono adatti alla circolazione o meno”.


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