News | 12 October 2021 | Autore: Redazione su dati Unrae

Veicoli industriali: continua la crescita del mercato (a settembre +24,7% sul 2020), continua lo stop and go delle forniture

Un settembre ancora in crescita (+24,7% sul 2020) porta al rialzo il dato già positivo relativo ai primi 9 mesi dell’anno (+7,8% rispetto al 2019).


 

Nel mese di settembre, dopo un’estate altalenante, il mercato dei veicoli industriali torna a crescere in maniera sostenuta, anche se a sostenere questa crescita continuano ad essere solo i mezzi pesanti.
E così, dopo il marcato calo del mese di giugno (-34,9%) e il forte recupero di luglio e agosto (rispettivamente +65,3% e +23,4%) - il confronto è sempre con lo stesso mese del 2019 - i veicoli con massa totale a terra superiore alle 16 tonnellate registrano a settembre un nuovo balzo in avanti, pari a +29,2% (ma questa volta il confronto è con il 2020), che porta la crescita di questo segmento per i primi nove mesi dell’anno a +11,3% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Se analizziamo invece tutto il mercato dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5 tonnellate, l’andamento della crescita è decisamente diverso. Dopo un giugno in profondo rosso (-34,1%), luglio e agosto recuperano le perdite (rispettivamente +44,4% e +20,5%) rispetto agli stessi mesi del 2019. Settembre continua a crescere e questa volta l’incremento del 24,7% è calcolato rispetto allo stesso mese del 2020.
 

Dati Unrae: il confronto 2021 vs 2020 torna credibile

Questi dati, elaborati dal Centro Studi e Statistiche Unrae sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ci confermano la legittimità delle preoccupazioni dei costruttori, portate avanti dal presidente della sezione Veicoli Industriali di Unrae, Paolo A. Starace.
Dopo una obbligatoria premessa in cui spiega il ritorno al confronto con i dati mensili dell’anno 2020, il presidente Starace torna a sottolineare le criticità che sta attraversando l’intero comparto automotive, causate dalle carenze di materie prime e di componenti, le quali si aggiungono alle storiche criticità del comparto.

“A settembre siamo tornati a confrontare i dati mensili del 2021 con quelli del 2020 – ha spiegato – poiché ci sembra un confronto credibile per gli ultimi mesi dell’anno. Mentre per il periodo gennaio-settembre ancora riteniamo significativo il confronto con il 2019”.
“Lo scenario che abbiamo di fronte conferma il profondo rosso dei veicoli fino a 6 t, una sostanziale invarianza tra le 6 t e le 15,99 t, mentre continua la crescita nel segmento uguale o superiore alle 16 t (+29,2% a settembre), che però si commenta da sola se confrontata con i risultati di luglio (+6,8%) e agosto (-9,3%)”
ha sottolineato Starace.
 

Discontinuità degli approvvigionamenti ed effetto “stop and go”

“Finito il periodo di lockdown e riprese le attività produttive, il mercato sembrerebbe in recupero, ma i numeri che continuano a rimbalzare sembrano essere più effetto di uno “stop and go” determinato dalla discontinuità degli approvvigionamenti di componenti e quindi dalla capacità dei costruttori di consegna dei veicoli, che non di una effettiva ripresa”.
“Le notizie che arrivano dai mercati delle materie prime e dai dati della produzione di componenti essenziali, nonché dall’aumento generalizzato del trasporto e del costo dei carburanti non ci consentono di tirare le somme e quindi azzardare previsioni per il prossimo futuro, in una situazione condizionata da fattori a così alto tasso di aleatorietà”.

 

Carenza di conducenti: i nodi arrivano al pettine

“Per il settore dei veicoli industriali va poi considerato un fattore ulteriore di difficoltà e incertezza, generato dalla carenza di conducenti al quale dobbiamo rispondere formando da subito una nuova generazione di giovani professionisti, da destinare alla gestione di mezzi tecnologicamente avanzati e in grado di rispondere alle istanze di sostenibilità ambientale”.
“La disponibilità di conducenti professionali preparati
– ha concluso Starace – rappresenta una ulteriore condizione per poter andare concretamente verso un sistema trasportistico sostenibile, efficiente ed affidabile. Rinnovare il parco dei veicoli, continuando a caricare sui costruttori gli oneri più pesanti per la cosiddetta transizione, non solo ecologica, senza avere poi a disposizione addetti in grado di gestirli nella pienezza delle loro potenzialità, non sembra davvero essere una scelta sensata”.


 

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