Articoli | 27 March 2020 | Autore: Redazione

Autotrasportatori e professionisti della riparazione: non chiamateli eroi, ma poco ci manca
È possibile trarre qualcosa di positivo da questa crisi provocata dalla pandemia da Covid-19?

La risposta è affermativa, da più punti di vista. Ci stiamo accorgendo dell’importanza delle piccole cose, degli affetti, del bisogno di socialità e soprattutto del nostro ruolo all’interno della comunità, che sia la famiglia o l’impresa in cui si opera.

C’è voluta questa crisi per accorgersi che tutta la nostra economia dipende da un settore strategico, come quello dell’autotrasporto e di tutta la filiera ad esso collegata, capace di movimentare l’86% delle merci che arrivano nelle nostre case.

Ecco perché è doveroso un ringraziamento. In un momento così delicato come quello che le nostre economie stanno attraversando, accanto all’encomiabile lavoro svolto da medici, infermieri, operatori sanitari e forze dell’ordine, non bisogna dimenticare l’altrettanto straordinario impegno e sacrificio di tutti gli operatori coinvolti nella filiera dell’autotrasporto, a cui va il nostro plauso.

Camionisti e autotrasportatori, dipendenti di imprese di trasporto e corrieri, da giorni sono chiamati a lavorare e percorrere centinaia di chilometri per consegnare ogni genere di merce in tutta Italia, coscienti del rischio al quale vanno incontro. Come è stato più volte ribadito dagli operatori coinvolti - e l’Italia intera ne sta rendendo conto solo ora - l’autotrasporto è un comparto strategico che non può fermarsi, sistema nevralgico dell’intera economia. Ma da solo non basta, perché non può operare senza una rete di assistenza e riparazione.

Ecco perché, mentre il Governo stringeva le maglie delle libertà personali e dell’operatività di molte aziende per contenere la diffusione del coronavirus, con lo stesso decreto permetteva alle officine e alle aziende di distribuzione ricambi di poter continuare nella propria fondamentale attività a supporto della mobilità e del trasporto merci.

Come si legge nel decreto: “le attività di riparazione e manutenzione (officine meccaniche, carrozzerie, riparazione e sostituzione pneumatici) possono continuare a svolgere la loro attività in quanto considerate essenziali alle esigenze della collettività. Allo stesso modo sono autorizzate le attività connesse a consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione e riparazione quali la vendita, all’ingrosso e al dettaglio, di parti e accessori di ricambio”.

Sempre in ottemperanza al DPCM dell’11 marzo 2020 e nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza anti-contagio previsti nel Decreto “Cura Italia” (approvato il 16 marzo 2020), il mondo dei trasporti, dell’assistenza e della distribuzione ricambi non si ferma.
Se da una parte tutte le case costruttrici e i principali dealer, tramite le potenti voci dei social network, hanno annunciato di rimanere al fianco degli autotrasportatori, offrendo loro assistenza e sostegno attraverso le rispettive reti di officine e centri di assistenza, lo stesso stanno facendo – nel completo anonimato - meccanici e lavoratori delle officine indipendenti, che continuano ogni giorno a prestare servizio e a garantire l’assistenza a tutti i mezzi pesanti in circolazione, supportati, a loro volta, dai distributori di ricambi.

In questo mondo – quello del trasporto merci - che l’Italia sta imparando ad apprezzare, c’è poi chi si distingue per il sostegno offerto e le azioni messe in atto. È il caso del gruppo SMET, tra i protagonisti a livello europeo nel settore del trasporto merci e della logistica che, attraverso il proprio network logistico internazionale, ha deciso di sostenere gli ospedali italiani con la consegna gratuita del materiale sanitario (respiratori e supporti medici) di cui abbisognano. Come ha spiegato Domenico De Rosa, CEO di SMET Group: “Tutti gli asset del nostro Gruppo sono impegnati a fornire gratuitamente il supporto logistico alle strutture sanitarie per uscire fuori dall'emergenza. Perché questa è la nostra logistica solidale.


Smet è certamente un esempio virtuoso, ma fortunatamente non è l’unico.
I social network ci raccontano di un’Italia che sta riscoprendo il proprio lato umano e compassionevole, con aziende grandi e piccole che danno il proprio contributo in questa emergenza, continuando ad operare.
Tra queste, il gruppo Maurelli che, di fronte all’emergenza e in ottemperanza alle recenti disposizioni, ha deciso di proseguire la sua attività attuando tutte le disposizioni attualmente vigenti. E così, in piena emergenza Coronavirus, ha aperto a Milano (Pero) il nuovo centro logistico (leggi l'intervista a Giacomo Maurelli). Operativo dai primi giorni di marzo, con i suoi 1.800 metri quadri di magazzino ricambi, offre un valido supporto logistico a tutta l’area del nord Italia.

Segnaliamo anche l’attività di IPQ Tecnologie e dei suoi webinar gratuiti offerti alle officine di veicoli industriali. Il primo, proposto il 12 marzo scorso, voleva dare indicazioni su comportamenti e soluzioni da adottare per la gestione dell’emergenza Covid nelle officine truck e nelle concessionarie. Il prossimo, in programma il 31 marzo, intende illustrare l’impatto operativo del decreto “Cura Italia“ per le officine truck & bus, con l’obiettivo di fare chiarezza su quali siano le scadenze prorogate e quali quelle non prorogate.

 

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