News | 06 November 2014 | Autore: Francesco Giorgi

Autocarri e ricambi per truck & bus: il meeting ANFIA Aftermarket avvia il confronto fra produttori e distributori

Il 31 ottobre scorso si è tenuto a Moncalieri il meeting "Fabbricazione e Distribuzione Ricambi Autocarro" organizzato da Anfia-Aftermarket in collaborazione con Autopromotec. Ecco cosa ne è emerso.
 

Trasporti su gomma, un settore delicato. Colonna portante della bilancia commerciale italiana, il comparto dei trasporti su strada richiede in questi mesi una situazione di profondo cambiamento: parco automezzi spesso obsoleto, e una notevole incidenza sul totale delle merci trasportate (le quali per inciso negli ultimi anni, a causa della crisi, hanno conosciuto in Italia un calo più accentuato rispetto alla media UE: fattore che ha contribuito a rallentare in maniera più marcata le vendite di nuovi autocarri) nonché la necessità – promossa dall’Unione Europea negli ultimi anni – di mettere in atto linee d’azione rivolte espressamente a un sistema di trasporto merci e passeggeri efficiente e sostenibile.

Di tutto questo si è parlato, nei giorni scorsi, al meeting “Fabbricazione e Distribuzione Ricambi Autocarro” che si è svolto a Moncalieri (Torino), per l’organizzazione di ANFIA – Aftermarket in collaborazione con Autopromotec (la rassegna biennale internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automotive), primo di una serie di incontri che si terranno con l’obiettivo di stimolare il confronto fra produttori e distributori del comparto ricambi per truck e bus.


Per consultare online il documento di presentazione del convegno ANFIA Aftermarket "Il trasporto merci su strada: evoluzione del mercato e del parco circolante autocarri in Italia"


Una tavola rotonda – seguita da un meeting che ha visto la partecipazione delle associate ANFIA  dell’Area Mercato Autocarro di ANFIA Aftermarket -  che è servita a conoscere lo stato dell’arte dei trasporti merci e passeggeri su strada, argomento complesso e delicato in questo periodo nel quale il comparto sembra dimostrare primi segnali di ripresa dopo un lungo periodo negativo causato dalla crisi che ha colpito tutti i settori a livello internazionale. Alcuni dati su tutti: nel 2013, mette in evidenza ANFIA, le immatricolazioni di veicoli commerciali, industriali e bus sono cresciute dello 0,8% nei mercati UE ed EFTA rispetto al 2012 (performance positiva che si deve in massima parte al buon andamento dei mercati nell’ultimo trimestre 2013); in termini assoluti, i veicoli nuovi immessi in circolazione sono stati circa 1,79 milioni.

Quanto al “peso” dei trasporti su strada sul totale, in Italia questo incide per il 55% del totale trasportato, compresa la navigazione marittima di cabotaggio, e sale all’80% se si esclude quest’ultima.

Il convegno di Moncalieri ha inoltre evidenziato che in Italia, rispetto alla media dei mercati UE, il calo dei volumi delle merci trasportate negli anni della perdurante crisi economica è stato maggiore: e questo contribuisce ad accentuare la diminuzione nelle vendite di nuovi automezzi pesanti. Un dato su tutti: dal 2000 al 2008 la media di autocarri medi e pesanti era di 36.700 unità vendute all’anno; nel periodo 2009 – 2013 questo valore è sceso a una media di 16.600. Questo indica in maniera chiara che in Italia, in seguito alle difficoltà economiche e finanziarie, molte aziende di trasporto decidono di rinviare la sostituzione degli automezzi più datati, tanto che gli ultimi dati mettono in evidenza una clamorosa anzianità del parco automezzi pesanti circolante nel nostro Paese. Più nel dettaglio, indicano ANFIA e Autopromotec, gli autocarri per trasporto merci con più di 10 anni sono il 57% del parco, i trattori stradali il 41% e i veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) il 67%. E’ da notare, a questo proposito, che – secondo i dati ACI - nel 2011 l’età media degli autocarri di peso superiore a 35 quintali è arrivata a 19 anni e 7 mesi, mentre l’anzianità media degli autocarri fino a 35 quintali è salita dai 7 anni e 5 mesi del 2007 a 9 anni e 4 mesi del 2011.

Valori che trovano conferma nelle tabelle che suddividono il parco autocarri circolante per classi di emissione (va ricordato che per i veicoli industriali  la nuova normativa europea sulle emissioni Euro 6, entrata in vigore nel 2013 per le omologazioni, è operante per le immatricolazioni dal 1 gennaio 2014, con più di un anno di anticipo rispetto alle automobili, che invece sarà operante a partire dal 1 settembre 2015. Dal 1 gennaio 2014, invece, si vendono solo camion Euro 6 ed Euro 5/ EEV, prodotti entro il 31 dicembre 2013, per i quali è stata ottenuta una deroga di fine serie dal Ministero dei Trasporti): attualmente, il 25,4% e il 25% dei veicoli commerciali leggeri è rispettivamente Euro 3 ed Euro 4 (il 17,3%, in ogni caso, è Euro 2 e un buon 15,5% è Euro 0); sul fronte automezzi pesanti oltre i 35 quintali, il 46,8% è Euro 0, e soltanto il 7,5% è Euro 5, mentre fra i trattori stradali l’incidenza maggiore è data dai veicoli Euro 3 (30,5%), seguiti a breve distanza dagli Euro 5 (28,5%). Ne consegue che in Italia i veicoli commerciali leggeri Euro 0, 1 e 2 rappresentano il 41,3% del totale di pari categoria, gli autocarri pesanti il 69% e i trattori stradali il 31,6%.

Cosa significano questi valori? Per le aziende di produzione ricambi aftermarket, la prospettiva è di poter contare su un parco automezzi datato, e che statisticamente ha più bisogno di manutenzione e di disponibilità di ricambi; lo stesso per i professionisti dell’autoriparazione (ricambisti, officine) per i quali la probabilità di dover intervenire su automezzi “obsoleti” è maggiore rispetto a veicoli di costruzione più recente. Tuttavia, per le aziende di autotrasporto e di gestione flotte, che come è stato messo in evidenza nei dati comunicati al convegno di Moncalieri tendono – a causa della perdurante crisi economica – a rinviare la sostituzione del parco automezzi, operare con veicoli particolarmente datati tende a incidere sulle spese di gestione (i tempi di fermo officina tendono ad ampliarsi).

A questo proposito, negli ultimi anni l’Unione Europea ha sostenuto una serie di provvedimenti che si muovono nella direzione di un sistema di trasporto merci e passeggeri efficiente e sostenibile: il “Piano di azioni per la mobilità urbana” del 2009 (con l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza logistica del trasporto urbano e migliorare  i collegamenti tra i percorsi a lunga distanza, interurbani e del trasporto merci urbano, allo scopo di garantire un’efficiente consegna “ultimo miglio”); il Piano d’Azione del 2008 e la Direttiva sugli ITS del 2010 (per accelerare e coordinare la realizzazione di sistemi di trasporto intelligenti – ITS - nel trasporto stradale, comprendendovi le interfacce con gli altri modi di trasporto. Il piano di lavoro di riferimento della Direttiva 2010 si declina lungo l’arco di 7 anni - fino al 2017 - e prevede di specifiche azioni nonché di norme ove necessarie con riferimento a quattro settori prioritari: l’uso ottimale dei dati relativi alle strade, al traffico e alla mobilità, la continuità dei servizi ITS di gestione del traffico e del trasporto merci, le applicazioni ITS per la sicurezza stradale e per la sicurezza (security) del trasporto, il collegamento tra i veicoli e l’infrastruttura di trasporto); il “Libro Bianco sui Trasporti” del 2011 (sull’adeguamento del sistema dei trasporti agli impegni assunti dalla Commissione per l’abbattimento delle emissioni di gas serra, una delle principali sfide su cui si è confrontata l’Europa: complessivamente, entro il 2050, l’Unione europea dovrà ridurre le emissioni dell’80% - 95% rispetto ai livelli del 1990. Il 60% dei tagli dovrà avvenire nel settore dei trasporti); il Regolamento 510/2011 (che  definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni dei veicoli commerciali leggeri nuovi nell'ambito dell'approccio integrato dell'Unione finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri.

A livello nazionale, le nuove linee di indirizzo per il settore di trasporti su strada sono state delineate del Piano Nazionale della Logistica 2012 – 2020, mentre sul piano locale sono stati promossi dei protocolli d’intesa fra le amministrazioni locali e associazioni per la City Logistics che regolamentano l’accesso alle ZTL per i veicoli più puliti ed efficienti, e i progetti “City Logistics”, cioè iniziative rivolte alla diffusione di pratiche logistiche in grado di dimostrare la necessità di diffondere dati e best-practice per condividere tra le città gli strumenti e le soluzioni più efficaci per affrontare l’elevata complessità del sistema della logistica urbana (come il progetto Civitas). Quanto ai provvedimenti varati dal Governo, sono da ricordare il decreto del Ministero delle Infrastrutture che, insieme al Ministero dell’Economia, ha previsto 15 milioni di euro da destinare alle aziende di autotrasporto per l’acquisto di veicoli a trazione alternativa e semirimorchi per l’intermodalità ferroviaria o marittima; e i recenti decreti ministeriali che autorizzano il rifornimento di metano e GPL in modalità self-service, come avviene già da tempo nei maggiori Paesi europei.


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Per consultare online il documento di presentazione del convegno ANFIA Aftermarket "Il trasporto merci su strada: evoluzione del mercato e del parco circolante autocarri in Italia"



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