
Il boom dell’elettrico nei veicoli commerciali? In Italia non è ancora arrivato. I dati Unrae mostrano una crescita frenata e un mercato ancora ancorato al diesel.
Nei veicoli commerciali leggeri l’elettrico trova oggi la sua applicazione più naturale, soprattutto per le attività di distribuzione urbana e per l’ultimo miglio, dove autonomia e tempi di ricarica risultano compatibili con le esigenze operative.
Anche il trasporto a lungo raggio sta iniziando a sperimentare soluzioni elettriche: in questo caso, più che di una reale sostenibilità economica — almeno nelle condizioni attuali — si tratta di un segnale forte di impegno verso la sostenibilità ambientale e l’innovazione del settore.
Ma di quanti veicoli stiamo parlando? Qual è la reale diffusione dell’elettrico in Italia?
A queste domande ha cercato di rispondere Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), con un’analisi elaborata con la collaborazione di Ampere Transition e presentata su un social network sotto forma di video divulgativo.
L’obiettivo: fotografare lo stato dell’arte del mercato italiano, partendo dal parco circolante fino ad arrivare all’andamento delle immatricolazioni, con un focus sui cosiddetti veicoli “ricaricabili”.
Ecco cosa raccontano i numeri relativi ai veicoli commerciali leggeri e pesanti.
Parco circolante: ancora dominio del diesel
I veicoli commerciali leggeri (fino a 3,5 tonnellate) rappresentano, dopo le autovetture, la categoria più diffusa nel trasporto su strada.A fine 2024, il parco circolante italiano contava circa 4,5 milioni di unità, in crescita costante seppur lieve rispetto agli anni precedenti.
Dal punto di vista della motorizzazione, il quadro è chiaro: il diesel continua a dominare quasi incontrastato.
Un dato rilevante riguarda l’età media: oltre il 37% dei veicoli LCV in Italia appartiene ancora a classi ante Euro 4, quindi ha più di 19 anni. Addirittura, quasi il 14% è composto da mezzi Euro 0 o Euro 1, immatricolati prima del 1997.
Diverso il discorso per i mezzi pesanti, una tipologia di veicoli che, pur registrando una crescita, presenta numeri ancora molto inferiori rispetto ad autovetture e veicoli commerciali leggeri.
A fine 2024, il parco circolante italiano di veicoli commerciali pesanti (noti come heavy commercial vehicles - HCV) ammontava a 752.000 unità, in lento ma costante aumento negli ultimi anni. La motorizzazione è quasi esclusivamente diesel, scelta dalla quasi totalità del parco per l’elevata densità ed efficienza energetica.
Tuttavia, il settore soffre di un’anzianità significativa: l’età media è di quasi 15 anni e circa il 50% dei veicoli appartiene a categorie inferiori all’Euro 5, ossia immatricolati prima del 2009. Una quota non trascurabile, in particolare tra i mezzi fino a 16 tonnellate, risulta addirittura in classe Euro 0 ed Euro 1, quindi immatricolati prima del 1997.
Allo stesso tempo, la categoria più diffusa è oggi la più recente Euro 6, segnale di un progressivo, seppur lento, rinnovamento.
Le immatricolazioni: trend altalenante
Passando alle nuove immatricolazioni, i dati degli ultimi sei anni mostrano un andamento altalenante.Per quanto riguarda i veicoli commerciali, nel 2020 e nel 2022 si è registrato un calo significativo, legato anche a fattori geopolitici come la pandemia di Covid-19 e la crisi russo-ucraina. Il 2023 ha segnato invece una ripresa, con circa 197.000 unità immatricolate (+22% rispetto al 2022). La crescita è proseguita anche nel 2024, seppur più contenuta, sfiorando le 199.000 immatricolazioni.
Quanto alle alimentazioni, il diesel resta nettamente preponderante, con una quota oltre l’80% del totale annuo. Tuttavia, a partire dal 2020, altre soluzioni hanno iniziato a guadagnare spazio:
• Ibridi: dal 2019 al 2023 le immatricolazioni sono cresciute di oltre il 1200%, superando le 16.000 unità. Nel 2024 il dato si è assestato su circa 15.000 veicoli.
• GPL: andamento positivo, con un trend in crescita.
• Benzina: leggera flessione negli ultimi anni.
Oltre le 3,5 tonnellate, il trend è più costante: tra il 2019 e il 2024, il mercato HCV ha mostrato una crescita complessiva, con la sola eccezione del 2020, segnato dalla pandemia.
Nel 2024 sono state immatricolate circa 28.500 unità, oltre il 20% in più rispetto alle quasi 24.000 del 2019. L’alimentazione diesel si conferma largamente dominante, con una quota di circa 95% delle immatricolazioni.
Tra le alternative, il GNL occupa la seconda posizione, ma con un trend in calo: dalle circa 1.500 unità del 2019 si è scesi a 500 nel 2024.

LCV e HCV ricaricabili: sarà boom?
La vera novità riguarda i veicoli ricaricabili (elettrici puri a batteria e ibridi plug-in). Anche in questo caso, i numeri restano marginali ma non trascurabili.Nel segmento dei veicoli commerciai, tra il 2019 e il 2023 le immatricolazioni sono cresciute di sette volte, raggiungendo quota 7.200 unità nel 2023. Una dinamica che aveva fatto sperare in una crescita costante. Tuttavia, il 2024 ha segnato una brusca frenata: le immatricolazioni si sono quasi dimezzate, fermandosi a circa 4.300 unità.
In termini percentuali, il peso dei veicoli ricaricabili sul totale delle immatricolazioni è sceso dal 3,7% del 2023 al 2,1% nel 2024, riportandosi ai valori del 2021.
Fra le due tipologie, i veicoli elettrici a batteria risultano nettamente prevalenti: nel 2024 circa 9 immatricolazioni su 10 di LCV ricaricabili riguardavano mezzi full electric, mentre gli ibridi plug-in restano marginali.
Per quanto riguarda i mezzi pesanti, i numeri sono nettamente diversi e il vero punto di svolta è stato il 2023, quando si sono raggiunte 119 immatricolazioni, quasi tutte elettriche a batteria, dopo che nei quattro anni precedenti non si era mai superata la soglia delle 17 unità annue.
Il 2024 ha confermato questa dinamica, con 216 immatricolazioni, di cui soltanto 3 plug-in hybrid.
Numeri che, seppur in crescita, restano marginali: le immatricolazioni elettriche hanno infatti rappresentato appena lo 0,76% del mercato HCV italiano nel 2024.

Tra prospettive e incognite
Il quadro tracciato da Unrae evidenzia dunque un mercato che, pur mostrando segnali di diversificazione nelle alimentazioni, resta saldamente ancorato al diesel. L’elettrico avanza ma non decolla, frenato da diversi fattori: costi d’acquisto ancora elevati, autonomia limitata per usi intensivi, e soprattutto la carenza di infrastrutture di ricarica diffuse e adeguate per i veicoli da lavoro.Sul fronte pesante, la situazione è ancora più complessa: i costruttori europei procedono a rilento, mentre i player cinesi osservano con interesse un mercato che, seppur arretrato, potrebbe offrire margini enormi nei prossimi anni.
La domanda, a questo punto, è inevitabile: l’Italia è pronta a sostenere la transizione energetica del trasporto merci o il boom elettrico rischia di restare una promessa mancata?
>>> Per una panoramica completa del mercato LCV: QUI è disponibile il video Unrae realizzato con Ampere Transition
>>> Per una panoramica completa del mercato HCV: QUI è disponibile il video Unrae realizzato con Ampere Transition