Articoli | 03 March 2021 | Autore: Manuela Lai

Nuovo ruolo di Cravedi in Temot: il rinnovamento cerca una strada più internazionale

Sempre proiettato al rinnovamento, Giorgio Cravedi entra nel comitato truck di Temot e punta a innovare il mercato.

La nuova sfida: cogliere tutte le opportunità di business che il gruppo internazionale sarà in grado di offrire a Novagroup, e trasferirle poi ai soci, con la certezza di intraprendere una nuova fase di innovazione.



Fresco di nomina nel comitato truck di Temot (il Commercial Vehicle Council), Giorgio Cravedi (AD di Cravedi Spa) porta nel gruppo internazionale la sua profonda esperienza e visione del mercato italiano, con la certezza che questo nuovo incarico potrà essere un’occasione unica per innovare un settore (quello autocarro) molto lento al cambiamento e cogliere l’onda per entrare in una nuova fase storica.

Alla guida della storica azienda di famiglia, di cui porta il cognome – diventata negli ultimi anni punto di riferimento nel nord-est per la distribuzione di ricambi auto e truck - Giorgio Cravedi crede nella forza dell’aggregazione e nella condivisione come spinta all’innovazione.
Lo confermano la costituzione di G6 prima e l’entrata in Novagroup poi.
Da lui, ci siamo fatti raccontare la sua visione del mercato e quali saranno i prossimi passi per continuare a percorrere la strada del rinnovamento.

 

>>> Per un approfondimento su Cravedi SpA e Novagroup:




Come si è arrivati alla sua nomina e quali potranno essere i maggiori benefici in termini di innovazione che potranno derivare da questo confronto internazionale?

Socio Temot da molti anni, Novagroup gode di un indiscusso prestigio all’interno del gruppo internazionale e ne rappresenta il mercato italiano. La mia nomina riempie un vuoto nel board lasciato da un ex socio Nova e per me significa entrare in una visione mondiale del mercato.
Questa nuova prospettiva ci darà la possibilità di raccogliere interessanti spunti per innovare il nostro mercato, partendo proprio dai progetti e dalle iniziative sviluppati a livello internazionale e adattandoli al nostro particolare contesto nazionale. Senza dimenticare l’opportunità di parlare con i fornitori ai massimi livelli e stringere rapporti di collaborazione altrimenti inaccessibili per una singola azienda.

Di cosa si occupa il Commercial Vehicle Council e quali sono le prossime attività?
Oltre ad occuparsi dei rapporti con tutti i fornitori a pannello, il comitato truck sta portando avanti dei progetti di network officine e di supporto sia dal punto di vista commerciale sia tecnico. Temot, infatti, può contare su stabili rapporti con fornitori di bancadati e gestionali, con i quali ha sviluppato interessanti soluzioni per il segmento auto; uno dei prossimi impegni è di implementare queste soluzioni anche nel truck.

Come questa nomina potrà influenzare l’indirizzo di sviluppo di G6 e di Novagroup nel breve periodo?
Dopo l’assemblea dei soci di fine gennaio, il prossimo passo sarà quello di organizzare un incontro tra gli specialisti truck all’interno di Novagroup per stilare un programma e una roadmap. L’idea condivisa da tutti i soci è l’opportunità di mutuare iniziative e progetti già funzionanti a livello internazionale e svilupparli nel nostro mercato, a partire dal progetto officine.
A livello commerciale, stiamo preparando un nuovo pannello fornitori, una selezione di operatori nel truck che ci permetterà di raggiungere importanti sinergie, tanto per G6 quanto per Novagroup. L’obiettivo è quello di crescere, rafforzando ulteriormente la componente truck e inglobando anche altre aziende del settore.

Quale è la sua visione del mercato truck italiano e quali sono le principali differenze con l’Europa?
La difficoltà tutta italiana consiste nel cercare di raggiungere un equilibrio tra la grande dimensione aziendale e la capacità di mantenere un contatto, un legame stretto con il territorio. Chi conosce il nostro mercato, infatti, sa che ogni territorio ha peculiarità proprie e distinte, che richiedono capacità di adattamento diverse da regione a regione. Sembra una banalità, ma operare nel Veneto non è come operare in Campania o in Sicilia.
Allo stesso tempo, è sempre più marcata la necessità di raggiungere economie di scala certe, per poter supportare la conduzione di margini e la crescita dei costi di servizio sempre più elevati, ma questo è ottenibile solo con una dimensione aziendale medio-grande. Non da ultimo, va ricordato che la dimensione influenza spesso anche le capacità di investimento, maggiori rispetto a chi opera solo in ambito locale.

Chi ha grandi capacità di investimento sono soprattutto le realtà distributive internazionali, che negli ultimi anni hanno tentato il salto nel nostro mercato, cercando di portare in Italia modelli troppo spersonalizzati e difficilmente adattabili alle realtà locali.

Forse ci sarà spazio per entrambi, con un mercato che si dividerà tra le grandi organizzazioni e quelle più piccole che lavorano a stretto contatto con il territorio. Noi ne siamo un esempio: Cravedi è un’azienda che opera in ambito locale, molto ben inserita nel suo territorio, che ha deciso di fondare insieme ad altri 6 ricambisti un gruppo coeso come G6 e poi di entrare come socio in Novagroup, parte di Temot. Pur essendo una singola azienda, tutto ciò ci dà la possibilità di accedere ad alcuni di quei benefici che può dare la grande dimensione.


 

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Tags: Novagroup Temot International Cravedi

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