News | 19 October 2015 | Autore: Davide Caironi

Atac sotto accusa, più di 20.000 gli appalti senza gara

Tutto o quasi senza gara d'appalto. Si parte dai guanti di protezione per passare ai tre appalti di manutenzione delle linee A e B della metropolitana, per concludere con il servizio di vigilanza "diviso" in lotti. Questo è il presunto scandalo che sta colpendo  Roma.   

L'ACCUSA
Si partirebbe dai 357 euro spesi per i guanti di protezione, foderati in jersey, passando per i 24 milioni di euro totali per tre appalti di manutenzione annuale riguardanti 53 convogli sulle linee della metropolitana A e B, alle quali si aggiungerebbero decine di voci analoghe, fino ad arrivare ai quasi 50 milioni per il servizio di vigilanza ”spezzettato” in lotti. 

Questi e altri 20.324 sono i problemi e gli appalti irregolari in cui Atac pare essere coinvolta. La cifra di cui si parla "sfonderebbe" il muro dei 2 miliardi di euro  per forniture e servizi irregolari che avrebbero "offerto" negli ultimi 5 anni. Se cosi fosse, sarebbero venuti meno a tutte le regole che vogliono una gara europea per appalti superiori al milione di euro e il ricorso alle procedure negoziate solo in casi straordinari e dietro «adeguate motivazioni». L'accusa invece è quella che, sotto la giunta Alemanno e poi Marino, l'affidamento sia stato diretto e senza pubblicazione di bando per l'acquisizione di pezzi di ricambio di bus e metro.  

Secondo l'accusa, il caso più ecclatante sarebbe avvenuto sotto la giunta Marino per il caso riguardante la vigilanza armata e la manutenzione di bus e treni. Per i vigilantes si sarebbe fatto ricorso a dieci procedure negoziate senza pubblicazione, che nel totale si attesterebbe sui 50milioni di euro. Uno dei lotti, nel 2015, sarebbe arrivato a superare i 15,4 milioni di euro per servizio di "vigilanza armata, portierato e ronda presso tutti i siti di Atac Spa dal 16 febbraio al 30 settembre con una deliberazione del Cda". Anche i tre lotti, due da 6,5milioni e uno da circa 11 milioni, per la manutenzione di 53 convogli nel 2014-2015 e una costellazione di altri affidamenti per lo stesso servizio con cifre più basse sembrano rientrare nella stessa inchiesta.

LA DIFESA
L’Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha dato tempo all’azienda dei trasporti pubblici di Roma fino al 15 novembre per fornire spiegazioni, pena le sanzioni previste dalla legge. Sulla base del dossier dell’Anac, portato in procura dall’assessore ai trasporti Stefano Esposito, partiranno anche gli accertamenti della magistratura. L’azienda per ora si difende con una nota: «dai primi riscontri emerge che il dato medio degli affidamenti diretti è minore dell’1%». Per Alfonso Sabella, assessore alla Legalità del dimissionario sindaco Marino, i dati rilevano una discontinuità rispetto al passato: «nel 2011 era stato affidato in procedura aperta (con gara, ndr)il 58,45% della spesa per i lavori, nel 2015 il 68,15%».

I PREMI ASSICURATIVI
Ma non è finita qua, infatti, ad aumentare i dubbi ci si mettono anche i premi assicurativi. Tra casi più eclatanti quelli comprati per 25,9 milioni di euro nel 2012. Per i soli servizi di pulizia di febbraio 2012 nelle varie sedi aziendali dell’Atac sarebbero stati pagati alla Cometa Srl 522 mila euro. Niente gara anche per 1,6 milioni di euro per un «accordo quadro in base al quale affidare ad un unico operatore economico i lavori di manutenzione ordinaria delle gallerie delle linee metro A e B». 

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