News | 19 November 2012 | Autore: Francesco Giorgi

Macchine per costruzioni: produzione e mercato su scala nazionale ed europea

Il Construction Day che si è svolto a Rimini ha analizzato lo stato dell’arte dei conti per il comparto macchine per costruzioni a livello italiano e continentale

Quanto “vale” l’industria nazionale delle macchine per costruzioni (macchine per movimento terra, macchine da perforazione, macchinari per calcestruzzo, macchine stradali, gru a torre, macchine per la preparazione degli inerti, attrezzature, macchine per costruzioni, aziende e Gruppi di noleggio e distribuzione macchine industriali) per il 2011? Dati alla mano, 2669 milioni di euro. Una cifra che, analizzata sottosettore per sottosettore e tenuto conto della bilancia import – export, indica un calo del 42% rispetto al 2008, registrato dagli analisti come esercizio di picco per l’industria italiana delle macchine per costruzioni, nonostante l’industria nazionale nel 2011 abbia fatto segnare un ricavo del 6,4% in più rispetto al 2010.

Di più: le stime di crescita, a livello europeo, indicano un blando segno positivo per il comparto (grazie soprattutto a Russia e Turchia), ma restano inchiodate a prospettive incerte per il futuro.

Questo dato viene rivelato da uno studio condotto per UNACEA da Cribis D&B, società specializzata nella business information, ed esposto in questi giorni al Construction Day che si è svolto alla Fiera Ecomondo di Rimini.

In particolare, il settore macchine per movimento terra ha fatto registrare un ricavo complessivo di 940 milioni di euro (e un calo del 6% dal 2010); 593 milioni di euro (-19,2%) vanno alle macchine per la perforazione; 474 milioni di euro (2,1%) ai macchinari per il calcestruzzo; 287 milioni di euro (-6,5%) alle macchine stradali; 117 milioni di euro (-0,8%) alle gru a torre; 68 milioni di euro (- 15,2%) alle macchine per la preparazione degli inerti; unica “voce” positiva, i 237 milioni di euro (+8,2%) alle attrezzature. Il comparto, inoltre, deve fare i conti con la progressiva diminuzione del trend relativo alla puntualità dei pagamenti, ridotto dal 60,6% al 41,8% (periodo 2007 – terzo trimestre 2012).

A parziale conforto, va segnalato il valore delle esportazioni, cresciuto del 23% circa nel 2011 (per un fatturato di 2226 milioni di euro) e in aumento ancora nei primi 7 mesi del 2012 (15,6% sui primi 7 mesi del 2011, per un monte esportazioni pari a 1604 milioni di euro), secondo una rilevazione UNACEA condotta sui dati Istat.

Se si sposta l’obiettivo sul mercato italiano delle macchine per costruzioni, nei primi 9 mesi del 2010 sono state vendute 5407 macchine (-29% dallo stesso periodo del 2011). "Abbiamo toccato il punto più basso da quando sono state istituite le rilevazioni statistiche nel 1980 - dichiara Alberto Caletti, consigliere di Unacea intervenuto al convegno - ma dal governo non arriva nessun segnale d'attenzione. E' assurdo che lo stesso recente decreto sul ritardo dei pagamenti valga solo a partire dal 2013 e sembri non riguardare i lavori pubblici".

Il settore del noleggio di macchine industriali ha fatto registrare, nel 2011, un volume d’affari di 1,5 milioni di euro. In questo caso, il segno negativo dal record storico del 2007 è dell’11,8%. Secondo Assodimi (l'associazione dei distributori e noleggiatori di macchine industriali), rappresentata a Rimini dal segretario Marco Prosperi, la stima per fine 2012 è di un ulteriore decremento del fatturato rispetto al 2011(si parla di un -10%). La situazione per il 2013, tuttavia, è destinata a migliorare relativamente, “Anche se i mancati pagamenti della pubblica amministrazione minacciano drammaticamente la sopravvivenza di molte aziende”.

Su scala europea, il CECE (l'associazione europea dei produttori di macchine per costruzioni cui aderisce Unacea) indica per la fine 2012 una lieve crescita nella produzione di settore: +6% rispetto al 2011, con un volume d’affari di 25 miliardi di euro. Questa crescita, in ogni caso, sembra beneficerà dell’azione svolta da Russia e Turchia, mentre l’analisi dei principali mercati del Continente darà un nuovo segno negativo.

"Il deteriorarsi delle aspettative tra i produttori europei - dichiara Valentina Mauri, responsabile public affairs & communication del Cece - rende ancora più necessaria la battaglia che conduciamo a Bruxelles per far capire che l’industria europea va difesa e sostenuta al fine di non disperdere il suo know how tecnologico e il suo volume occupazionale”. “A tal proposito un tema molto importante è la sorveglianza di mercato indica la rappresentante del CECE -, dove anche gli stati nazionali, e l'Italia tra questi, devono fare di più, fornendo agli enti preposti al controllo strumenti e risorse adeguate per eliminare la presenza sul territorio di macchinari non conformi a tutte le normative in materia di sicurezza e rispetto ambientale. Tali normative implicano enormi investimenti per le aziende e non possono quindi esser rispettate solo da alcuni senza creare una situazione di concorrenza sleale."

 
Approfondimenti

Per UNACEA
Per la pagina Web del CECE (Committee for the European Construction Equipment Industry)
Per Assodimi (Associazione nazionale Noleggiatori e Distributori di Macchine industriali)

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