News | 08 November 2012 | Autore: Francesco Giorgi

Macchine per costruzioni: Cina e India ridefiniscono lo scacchiere delle vendite

La bilancia delle vendite nel comparto macchine per costruzioni si sposta gradualmente dall’Europa ai Paesi emergenti (Cina e India su tutti). I dati degli ultimi 5 anni presentati al congresso del Cece a Berlino. Per l’Italia era presente Unacea

Macchine per costruzioni: un comparto in continuo mutamento. Il settore, negli ultimi anni, ha attraversato una prima fase di “picco” nelle vendite (100 miliardi di dollari, a livello mondiale, nel 2007), una successiva stagnazione, complice la crisi dei consumi (fatturato sostanzialmente dimezzato nel 2009) e una nuova fase di risalita (vendite per 109 miliardi di dollari registrate nel 2011). Se per il 2012 si prevede una nuova flessione, nell’ordine dei 100 miliardi, va tenuto conto che lo scenario è cambiato.

Per un’Europa che, nel settore macchine per costruzioni, è passata dai 20 miliardi di dollari del 2007 ai circa 12 preventivati per il 2012 (e un’Italia che dal 16% della quota di mercato del 2007 è calata, oggi, al 9%), fanno da contraltare Cina (vendite per 11 miliardi di dollari nel 2007, saliti a più di 31 miliardi al 2012) e India (che in 5 anni è cresciuta da 1,9 a 5,4 miliardi: uno sviluppo proporzionalmente ancora maggiore).

Questi dati sono stati resi noti da Off-Highway research in occasione del Congresso del Cece (Commitee for European Construction Equipment). Meeting che in questi giorni, a Berlino, ha visto la presenza di circa 250 fra delegati di aziende produttrici, dirigenti e rappresentanze nazionali aderenti al Cece (per l’Italia era presente Unacea, l’Associazione nazionale fra le Aziende di produzione macchine per costruzione).

La situazione italiana del comparto è stata fotografata da Giampiero Biglia (CNH CE di Fiat Industrial) in qualità di vicepresidente di Unacea e membro dello Steering Committee del Cece: "In Italia a fine anno le vendite di macchine per costruzioni sono in flessione  di un terzo rispetto all'anno precedente. In una situazione del genere e dopo cinque anni di crisi, il buon andamento dell'export non è sufficiente. È necessario che  il comparto delle macchine per costruzioni sia coinvolto in un serio piano di rilancio del settore. Le basi in termini di competitività e qualità del prodotto ci sono”.

La dichiarazione del manager italiano trova conferma nelle parole di Ralf Wezel, segretario generale del Cece: “Produrre in Europa può essere ancora possibile e competitivo per il nostro comparto, in considerazione del patrimonio scientifico e tecnologico sedimentatosi nel know how diffuso in alcune aree industriali e in alcune istituzioni produttrici di ricerca ed innovazione. Il legislatore europeo deve tuttavia capire che l’industria europea va difesa e sostenuta per salvaguardare le centinaia di migliaia di posti di lavoro che fornisce attualmente”.

“Per fare ciò – prosegue Wezel - è necessaria una politica industriale europea che 1) risolva i gap ancora esistenti nel mercato interno; 2) preveda in materia di riduzione delle emissioni un approccio olistico e market driven; 3) ponga in essere una concorrenza leale, in particolare rispetto alle cosiddette importazioni grigie che stanno causando danni economici importanti alla nostra industria”.

 
Approfondimenti

Per il sito Web del Cece
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