Articoli | 03 November 2014 | Autore: A cura della redazione

Ricambi truck & bus: via al confronto fra produttori e distributori

Trasporti su gomma, un settore delicato. Colonna portante della bilancia commerciale italiana, il comparto dei trasporti su strada richiede un profondo cambiamento: di tutto questo si è parlato al meeting “Fabbricazione e Distribuzione Ricambi Autocarro”.
 

Parco automezzi spesso obsoleto, una notevole incidenza sul totale delle merci trasportate (che in Italia hanno conosciuto un calo più accentuato rispetto alla media UE rallentando le vendite di nuovi autocarri), la necessità – promossa dall’Unione Europea – di mettere in atto linee d’azione rivolte espressamente a un sistema di trasporto merci e passeggeri efficiente e sostenibile. Ecco l'oggetto del meeting “Fabbricazione e Distribuzione Ricambi Autocarro” che si è svolto il 31 ottobre a Moncalieri (To), per l’organizzazione di ANFIA-Aftermarket in collaborazione con Autopromotec, primo di una serie di incontri che si terranno con l’obiettivo di stimolare il confronto fra produttori e distributori del comparto ricambi per truck e bus.
 
Un meeting (seguito da una tavola rotonda che ha visto la partecipazione delle associate ANFIA dell’Area Mercato Autocarro di ANFIA Aftermarket) che è servito a conoscere lo stato dell’arte dei trasporti merci e passeggeri su strada, argomento complesso e delicato in questo periodo nel quale il comparto sembra dimostrare primi segnali di ripresa.

Nel 2013, mette in evidenza ANFIA, le immatricolazioni di veicoli commerciali, industriali e bus sono cresciute dello 0,8% nei mercati UE ed EFTA rispetto al 2012; in termini assoluti, i veicoli nuovi immessi in circolazione sono stati circa 1,79 milioni. Quanto al “peso” dei trasporti su strada sul totale del trasporto merci, in Italia questo incide per il 55% del totale trasportato, compresa la navigazione marittima di cabotaggio, e sale all’80% se si esclude il trasporto via mare.

Il convegno di Moncalieri ha evidenziato che in Italia, rispetto alla media dei mercati UE, il calo dei volumi delle merci trasportate negli anni della perdurante crisi economica è stato maggiore, influendo sulla diminuzione nelle vendite di nuovi veicoli. Dal 2000 al 2008 la media di autocarri medi e pesanti era di 36.700 unità vendute all’anno; nel periodo 2009 – 2013 questo valore è sceso a 16.600. Questo indica in maniera chiara che in Italia, in seguito alle difficoltà economiche e finanziarie, molte aziende di trasporto decidono di rinviare la sostituzione degli automezzi più datati, portando a una clamorosa anzianità del parco circolante.

Come indicano ANFIA e Autopromotec, gli autocarri per trasporto merci con più di 10 anni sono il 57% del parco, i trattori stradali il 41% e i rimorchi e semirimorchi il 67%. Secondo i dati ACI, nel 2011 l’età mediana degli autocarri di peso superiore a 35 quintali è arrivata a 19 anni e 7 mesi, mentre l’anzianità media degli autocarri fino a 35 quintali è salita dai 7 anni e 5 mesi del 2007 a 9 anni e 4 mesi del 2011.

Valori che trovano conferma nella suddivisione del parco autocarri circolante per classi di emissione (vedi tabella): attualmente, il 25,4% e il 25% dei veicoli commerciali leggeri è rispettivamente Euro 3 ed Euro 4 (il 17,3%, in ogni caso, è Euro 2 e un buon 15,5% è Euro 0); sul fronte automezzi pesanti oltre i 35 quintali, il 46,8% è Euro 0, e soltanto il 7,5% è Euro 5, mentre fra i trattori stradali l’incidenza maggiore è data dai veicoli Euro 3 (30,5%), seguiti a breve distanza dagli Euro 5 (28,5%). Ne consegue che in Italia i veicoli commerciali leggeri Euro 0, 1 e 2 rappresentano il 41,3% del totale di pari categoria, gli autocarri pesanti il 69% e i trattori stradali il 31,6%.

Cosa significano questi valori? Per le aziende di produzione ricambi aftermarket, la prospettiva è di poter contare su un parco automezzi datato, e che statisticamente ha più bisogno di manutenzione e disponibilità di ricambi; lo stesso per i professionisti dell’autoriparazione per i quali la probabilità di dover intervenire su automezzi “obsoleti” è maggiore rispetto a veicoli di costruzione più recente. Tuttavia, per le aziende di autotrasporto e di gestione flotte, che come è stato messo in evidenza nei dati comunicati al convegno di Moncalieri tendono - a causa della perdurante crisi economica - a rinviare la sostituzione del parco automezzi, operare con veicoli particolarmente datati tende a incidere sulle spese di gestione (i tempi di fermo officina tendono ad ampliarsi).

A questo proposito, negli ultimi anni l’Unione Europea ha sostenuto una serie di provvedimenti che si muovono nella direzione di un sistema di trasporto merci e passeggeri efficiente e sostenibile. A livello nazionale, le nuove linee di indirizzo per il settore di trasporti su strada sono state delineate dal Piano Nazionale della Logistica 2012–2020, mentre sul piano locale sono stati promossi dei protocolli d’intesa fra le amministrazioni locali e associazioni per la City Logistics che regolamentano l’accesso alle ZTL per i veicoli più puliti ed efficienti.

Quanto ai provvedimenti varati dal Governo, sono da ricordare il decreto del Ministero delle Infrastrutture che, insieme al Ministero dell’Economia, ha previsto 15 milioni di euro da destinare alle aziende di autotrasporto per l’acquisto di veicoli a trazione alternativa e semirimorchi per l’intermodalità ferroviaria o marittima; e i recenti decreti ministeriali che autorizzano il rifornimento di metano e GPL in modalità self-service, come avviene già da tempo nei maggiori Paesi europei.

Il mercato dei mezzi pesanti in Italia  
Nei primi nove mesi del 2014, le immatricolazioni totali di veicoli commerciali, industriali e bus in Italia sono aumentate del 16,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, In particolare, i mezzi oltre le 3,5 ton hanno totalizzato 9.388 nuove unità, pari al + 4,6%, mentre i nuovi veicoli oltre le 16 ton sono stati 7.515 (+12,6%). 
In calo le vendite di autobus: -4,1% (1.594 unità).
 

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