Articoli | 18 December 2025 | Autore: Manuela Lai

Sabo e Roberto Nuti: sinergie da acquisizione e strategie per la crescita globale

Dal recente ingresso nel gruppo TVS Mobility all’ampliamento delle gamme con il marchio SABO: il nuovo CEO Renato Zilli ci parla di sfide, strategie e sinergie che guideranno la crescita aziendale.

 

A un anno e mezzo circa dalla finalizzazione dell'accordo che ha sancito l'ingresso di Roberto Nuti Group in TVS Mobility, l'azienda bolognese ha intrapreso un percorso di rilancio ed espansione, sostenuto da nuovi capitali, sinergie industriali e un ampliamento di gamma già visibile sul mercato.

Per approfondire gli sviluppi di questa nuova fase, abbiamo incontrato l’attuale governance presso lo stabilimento bolognese di Castel Guelfo.
A guidare la transizione c’è Renato Zilli (nella foto di apertura), CEO designato dalla nuova proprietà che, affiancato da Giada Spanedda, responsabile marketing, ci ha guidato in un tour aziendale attraverso le numerose innovazioni già presenti in magazzino, illustrandoci come il gruppo intende rafforzare la propria presenza sul mercato.


È trascorso un anno e mezzo dall’accordo con TVS Mobility: quali feedback avete ricevuto dal mercato e dai partner? E quali segnali mostrano che l’operazione sta già producendo risultati concreti?
L’operazione dal principio ha generato reazioni diverse sul mercato. All’estero è stata recepita in modo sostanzialmente neutro; al contrario in Italia abbiamo attraversato alcuni mesi complessi, legati a una certa diffidenza e alla circolazione di informazioni imprecise diffuse in un periodo di incertezza. Tuttavia, grazie al dialogo diretto con i nostri partner e alla continuità del servizio, in breve tempo siamo riusciti a ricostruire la necessaria fiducia.

Sul piano concreto dei risultati, il bilancio 2024 ha mostrato un calo del fatturato rispetto al 2023, ma si è trattato di una riduzione guidata, in quanto abbiamo realizzato una "pulizia di bilancio", che ci ha restituito una fotografia più attuale della situazione patrimoniale e finanziaria. È su queste basi che possiamo considerare il 2025 come il vero anno di “benchmark” per misurare gli effetti dell’operazione.

L’aumento quasi quadruplicato del capitale sociale e il rafforzamento della nostra presenza nella società turca specializzata in molle ad aria - Sabo Suspension System, oggi controllata al 65% - rappresentano segnali concreti di rilancio.
Inoltre, a livello organizzativo abbiamo potenziato il team commerciale: oggi contiamo otto agenti e due area manager, numeri mai raggiunti prima. Un segnale significativo è anche il rientro di figure chiave in ambito Sales e R&D, che avevano lasciato l’azienda durante il periodo di incertezza del 2023 e che siamo stati stati felici di accogliere nuovamente.


Oltre all’ampliamento della dimensione internazionale, quali sinergie sono emerse dall’ingresso nel gruppo e come si stanno traducendo operativamente?
Le sinergie si concentrano su tre aree principali: prodotto, logistica e sviluppo commerciale.
Sul fronte prodotto, l’appartenenza al gruppo ci ha permesso di ampliare la gamma oltre ai nostri core business, ammortizzatori e molle ad aria. Qualche mese fa abbiamo introdotto nuove referenze, come tamburi, dischi e pastiglie freno a marchio Sabo, con l’obiettivo di proporre al cliente un pacchetto completo. Sempre in quest’ottica, oggi stiamo lanciando la nuova linea di molle a balestra Sabo.
Sul piano logistico, stiamo sfruttando la piattaforma di Roberto Nuti, strategica per servire i mercati europei. La struttura supporta non solo i prodotti Sabo, ma anche la distribuzione di pneumatici - tramite il brand Eurogrip del gruppo - e di altri articoli tecnici realizzati da società consociate del gruppo.
Infine, le sinergie di mercato ci stanno permettendo di raggiungere segmenti e clienti che prima non servivamo. Per farlo, abbiamo rivisto i flussi commerciali e logistici per ottenere maggiore efficienza, con consegne dirette da fabbrica e una gestione più integrata della supply chain.


Perché l’idea di ampliare l’offerta con nuove gamme a marchio Sabo?
Si tratta di una strategia di “brand extension”, che rientra nelle tipiche sinergie da acquisizione e segue un approccio "quick wins": anziché lanciare prodotti del gruppo con marchi TVS già esistenti, sfruttiamo il valore e la reputazione globale del marchio Sabo come elemento attrattivo per il mercato.


Può anticiparci quali prodotti e innovazioni il gruppo prevede di lanciare nei prossimi mesi?
Abbiamo una pipeline di circa quaranta nuovi articoli, relativi a diversi settori. L’intenzione è quella di espandere la tipologia di veicoli che possiamo equipaggiare, andando oltre i truck, bus e trailer, per includere il comparto agricolo e il veicolo commerciale leggero, senza trascurare le nuove motorizzazioni, con una gamma già disponibile per i veicoli elettrici.
Parallelamente all’ampliamento delle gamme, il reparto marketing è impegnato nella realizzazione di un nuovo packaging pensato per valorizzare il Made in Italy attraverso pittogrammi e simboli facilmente riconoscibili e sviluppato per agevolare il riconoscimento del ricambio giusto. Questi accorgimenti aiutano non solo a distinguere i prodotti sullo scaffale, ma anche a trasmettere al cliente un senso di autenticità e di valore legato al marchio italiano. L’idea è infatti quella di differenziare l’imballo in base alla tipologia del veicolo tramite un codice colore, diverso per autocarro, bus, trailer, veicolo commerciale leggero e ferroviario.


Quali sono gli obiettivi del nuovo percorso: ampliare i mercati, conquistare nuovi clienti o proporsi al cliente con un portfolio più completo?
L'obiettivo è duplice. Da un lato, vogliamo proporre un portfolio più completo, sfruttando la forza del marchio Sabo come garanzia di qualità per i prodotti provenienti dalle altre aziende del gruppo TVS Mobility. Dall’altro, puntiamo a rafforzare la nostra posizione nei diversi segmenti di mercato.
L’aftermarket rimane il nostro principale riferimento, soprattutto per i prodotti più tradizionali, dove vogliamo consolidare ulteriormente la nostra presenza. Ma allo stesso tempo stiamo investendo anche nel primo equipaggiamento, in particolare nel segmento ferroviario, con l’obiettivo di incrementare la nostra presenza. Questo investimento è strategico: i costi di sviluppo vengono infatti recuperati una volta che il prodotto entra nel ciclo aftermarket. Un esempio concreto è la recente collaborazione con un importante produttore di treni ad alta velocità, che ci ha scelti come partner di sviluppo.
In questo contesto, la valorizzazione del marchio italiano sarà un asset fondamentale per aprire nuova opportunità commerciali e rafforzare quelle esistenti.


Come si posiziona oggi SABO sul mercato italiano e quali sono le priorità di crescita?
Negli ultimi mesi, lo stabilimento Sabo di Vicchio nel Mugello (FI) ha registrato un andamento a due velocità: l’aftermarket continua a mantenere volumi stabili, mentre il primo equipaggiamento - sia semovente sia trainato - sta vivendo un rallentamento significativo, in linea con il trend che sta interessando molti costruttori e fornitori della filiera automotive.
La priorità è preservare la capillarità sul territorio che da sempre ci contraddistingue, mantenendo una base distributiva solida e fortemente focalizzata sui distributori. In entrambi i mercati, interno ed estero, non prevediamo quindi cambiamenti nella struttura della catena di fornitura, scendendo direttamente a ricambisti, officine o flotte.
Parallelamente, stiamo lavorando sul posizionamento del brand: vogliamo ribadire che i prodotti Sabo sono OE equivalent, superando la percezione - ancora diffusa in alcuni mercati - che ci collochi nel segmento dei ricambi “adaptable”.


Guardando al futuro, quali saranno le principali sfide che il vostro gruppo dovrà affrontare e in questo contesto così sfidante, su quali ambiti si concentreranno i nuovi investimenti?
Stiamo lavorando alla revisione del piano industriale al 2031, che prevede importanti investimenti sia nelle risorse umane (con l’ingresso imminente di una figura tecnica di alto profilo) sia in nuovi macchinari e spazi produttivi. Sul fronte delle collaborazioni - come ho già anticipato - stiamo sviluppando progetti nel comparto ferroviario in Europa e Asia; lato automotive, non escludiamo futuri sviluppi nella nostra partecipata indiana, Sabo Hema.
Guardando alle sfide future, l’elemento più rilevante sarà l'evoluzione stessa delle sospensioni. La direzione è quella di sistemi sempre più “responsive”, immediati e interattivi, capaci di adattarsi in tempo reale alle condizioni di guida, al carico e alle condizioni stradali. Il settore si sta muovendo verso soluzioni in cui le componenti pneumatiche e idrauliche non avranno più solo interazioni di tipo meccanico, ma saranno gestite da software avanzati e algoritmi supportati dall'Intelligenza Artificiale, con un crescente contenuto elettronico e digitale. Il nostro percorso di “onboarding” tecnico è già in corso per accompagnarci in questo passaggio verso la nuova era del prodotto sospensione.
 

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