Articoli | 15 October 2011 | Autore: Alessandro Mascheroni

Col kit, il furgone diventa ibrido

Un gruppo di aziende lombarde ha realizzato i componenti tecnologici necessari per abbattere le emissioni inquinanti dei veicoli commerciali. Al motore a combustione interna, infatti, se ne aggiunge uno elettrico. Che entra in funzione dove necessario, traendo energia da batterie al litio ricaricabili.

Polveri sottili in abbondanza, rumori assordanti e consumi eccessivi di carburanti fossili: la situazione in Lombardia si è fatta insostenibile, spingendo la Regione a escogitare provvedimenti mirati a ridurre l’inquinamento senza girarci troppo intorno.
In altre parole, muoversi in città a emissioni zero.
Da queste considerazioni è nato il programma Dafne, un progetto sostenuto dalla Regione, volto a promuovere la filiera della mobilità alternativa e a sviluppare le capacità e le conoscenze tecnologiche delle aziende del territorio per farne una sorta di incubatore dell’innovazione nei trasporti con veicoli a basso impatto ambientale.

Non solo per Volkswagen
Un concreto passo avanti è stato compiuto montando su un Volkswagen Crafter il kit di trasformazione messo a punto da un gruppo di aziende capitanato da Hybridvan, la divisione automotive della VEB di Spino d’Adda (CR), che trasforma i mezzi commerciali a trazione convenzionale in veicoli ibridi, in grado di marciare sia con il tradizionale motore a combustione interna, sia con uno elettrico a emissioni zero.
Il propulsore elettrico, che viene inserito sull’albero di trasmissione, è alimentato da un pacco di batterie al litio.
VEB Hybridvan ha coordinato il progetto, denominato Enhanced Hybrid Power Train, assemblando le parti che compongono il kit fornite dai partner del pool: Elcom di Leno, NRG di Settimo Milanese,
Balance Systems di Pessano con Bornago e Fast di Milano; mentre il dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano svolge un ruolo di supervisione tecnologica.
La soluzione è ideale per i numerosi furgoni che attraversano i grandi centri urbani, con vincoli sempre più stringenti sul livello di emissioni consentito.

Risolto il problema ricarica
I promotori dell’iniziativa ritengono che la trazione  puramente elettrica non possa costituire una valida modalità, a causa della scarsa autonomia che permette in chilometri percorribili: insomma, sarebbe troppo rischioso avventurarsi nel traffico con il pericolo di fermarsi per strada con le batterie esaurite in assenza di una rete di colonnine di ricarica.
Per questo motivo hanno messo a punto un progetto che prevede l'utilizzo di due motori. Il consentire al veicolo di muoversi con due motori coassiali, infatti, che possono facilmente sostituirsi a vicenda secondo le necessità, è uno dei tre punti forti del progetto.
Gli altri due consistono nella possibilità di installare i dispositivi per la trasformazione su una vasta gamma di mezzi e nel recupero durante la marcia dell’energia normalmente dispersa in frenate, discese o decelerazioni. Il kit di trasformazione in ibrido di un veicolo commerciale Diesel è tra l’altro dotato di un sistema di schermatura progettato per contenere le emissioni elettromagnetiche.

Altri vantaggi e costi
La velocità massima del mezzo è di 80 km/h in modalità elettrica, con prestazioni di accelerazione e guidabilità tali da potersi muovere con agilità nel traffico cittadino senza emettere sostanze inquinanti e in estrema silenziosità. Si tratta di plus utili soprattutto ai padroncini proprietari di furgoni che lavorano per spedizionieri e corrieri espresso e che, ricorrendo al kit, avrebbero la possibilità di evitare investimenti di gran lunga superiori per un veicolo nato elettrico. Ma quanto costa il kit di trasformazione? Ce la si dovrebbe cavare con circa 10.000 euro se non sono richiesti particolari adattamenti o personalizzazioni.
Un vantaggio ulteriore consiste nel poter smontare il kit nel caso si dovesse rivendere il veicolo, che riacquisterebbe così la sua veste originaria con un motore termico che avrebbe però percorso una quantità di km limitata rispetto ad altri che hanno sempre viaggiato con il solo motore Diesel.
Con l’ibrido, i furgonisti potrebbero muoversi dove consentito con il motore a combustione interna passando a quella elettrica entrando in una ZTL. A seconda dell’autonomia desiderata in elettrico, si può scegliere tra un pacco batteria da 40 kW (per 80 km di percorribilità a zero emissioni) e da 10 kW (per 25-30 km).
La ricarica delle batterie da rete può avvenire anche tramite un caricabatteria di bordo (plug-in) con tensione d’ingresso da 230 V, mentre la maggior parte dei veicoli elettrici disponibili sul mercato con questa portata ha bisogno di una tensione a 380 V, la cui linea richiede spese maggiori per l’installazione.

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