Articoli | 15 October 2011 | Autore: Antonio Massa

Riboni: la manutenzione è fondamentale

Una grande flotta, con oltre un centinaio di veicoli che viaggiano dall’Europa al Marocco e che necessitano di un’assistenza regolare.
La soluzione di Riboni è un’officina interna, che nei progetti dovrebbe estendere il suo servizio a tutti. Vediamo i perché di questa scelta.

“Una grande flotta deve avere la sua officina”. La pensa così Alberto Riboni, titolare di una delle più grandi imprese italiane di autotrasporto internazionale. I suoi camion viaggiano dal Marocco alla Russia, dall’Egitto alla Scandinavia e i meccanici dell’azienda cambiano gomme, torpless, olio, filtri, ricaricano i condizionatori, sostituiscono le turbine, i radiatori e altro ancora.
“Qualche settimana fa, in Francia, il traino di un articolato per un guasto mi è costato 1.500 euro e perché? Per un filtro da 20 euro fuori uso. Dovrebbe bastare questo episodio per dimostrare l’importanza della corretta manutenzione alla quale dedichiamo grandi sforzi nonostante la sfortuna a volte s’accanisca”.
“E si può anche immaginare che cosa significa, per un’azienda di autotrasporto come la nostra, tenere immobilizzato un veicolo mentre il cliente aspetta con impazienza la consegna o il ritiro della merce. Ma ci sono anche altre ragioni che ci spingono a essere meticolosi nella manutenzione dei nostri 120 mezzi sempre in giro”.
Il momento è difficile per tutti e Alberto Riboni è un fiume in piena quando gli si chiede di esprimersi sull’andamento del settore, sulle sue prospettive e sulle problematiche legate alla gestione della flotta. Siamo andati a fargli visita in una splendida giornata di sole con vista mozzafiato sul Lago Maggiore dalle alture di Meina, dove l’azienda ha sede a poche centinaia di metri da un casello della A26 Genova-Gravellona Toce.

Tre meccanici al lavoro a tempo pieno
“Fare progetti a sei mesi significa oggi ragionare a lungo termine. L’orizzonte temporale per la presa di decisioni si è accorciato moltissimo”, spiega l’imprenditore, a capo dell’impresa di famiglia fondata dal padre Pietro e condotta con i fratelli Davide e Matteo. Insieme hanno portato l’azienda ai massimi livelli dell’autotrasporto internazionale specializzandola nei traffici diretti verso il Nord Africa, il Regno Unito e i paesi dell’Europa continentale.
La riduzione della domanda di trasporto accentuatasi negli ultimi due anni ha tuttavia lasciato il segno, costringendo anche grandi aziende come questa a cambiare il modo di lavorare, dando sempre più importanza alla manutenzione dei mezzi.
Spiega Alberto: “I camion devono marciare il più possibile. È finita l’epoca in cui ciascun autista poteva avere a disposizione sempre lo stesso trattore e magari il medesimo rimorchio tenendo la combinazione ferma nei 20 giorni del suo periodo di ferie. Giravano più soldi e potevi permetterti quelli che adesso appaiono come lussi. A imporre il drastico cambiamento è stato anche il proliferare dei controlli sui tempi di guida che ha costretto i camionisti al rigido rispetto degli orari. È questa la ragione per la quale con un autista il veicolo può fare meno chilometri, dai 140.000 l’anno si è scesi a 110.000 circa. Così siamo stati costretti a incrementare il concetto di navetta: scende un conducente e in cabina ne sale un altro per ottimizzare l’investimento sulla flotta, che non è semplice rinnovare con questi chiari di luna”.
Percepito il periodo di difficoltà vissuto dall’autotrasporto, le banche hanno infatti stretto i cordoni della borsa anche con imprese che non hanno mai avuto problemi di affidabilità, come Riboni appunto, che ha rallentato il ricambio tenendo i mezzi più a lungo e avvalendosi della propria officina per la riparazione e manutenzione. Responsabile di questa attività è Matteo e con lui lavorano a tempo pieno tre addetti.
“Siamo in grado di effettuare tutti gli interventi considerati ordinari, dal cambio dell’olio e dei filtri alle pastiglie dei freni e ai pneumatici. Inoltre ricarichiamo i condizionatori e a inizio stagione controlliamo i sistemi per il riscaldamento delle cabine. Interveniamo anche sugli apparati refrigeranti dei rimorchi che trasportano alimentari freschi, sostituiamo i radiatori danneggiati, i torpless delle sospensioni pneumatiche, le turbine che acquistiamo nuove o rettificate da un fornitore di fiducia e così via, utilizzando una marea di ricambi equivalenti all'originale, cioè quelli prodotti senza il marchio dei costruttori dei camion e che però ne rispettano le specifiche. Tra l’altro, i fornitori indipendenti si sono attrezzati con network distributivi capaci di consegnare il materiale entro 24 ore, facendo in modo che l’officina interna risponda a criteri di efficacia notevoli, come se si trattasse di un’azienda nell’azienda”, aggiunge Alberto.

Officina interna e mobile per allungare la vita dei camion
“E poi parliamoci chiaro – continua l’imprenditore – i cosiddetti costruttori di camion sono diventati degli allestitori. Tolto motore, telaio e cabina il resto è prodotto da industrie specializzate che imprimono il marchio del cliente ‘costruttore’ a prodotti che poi possono giustamente vendere anche con il loro nome a un prezzo di molto inferiore e più conveniente, soprattutto per chi ha un’officina”.
Il problema è un altro: l’abitudine, per non dire il vizio, da parte dei costruttori, di montare componenti diversi su lotti differenti di uno stesso modello che esce dalla fabbrica: “È un comportamento assurdo – insiste Alberto – che obbliga chi mette mano ai veicoli, anche nelle concessionarie, a inutili perdite di tempo nella ricerca della giusta identità del ricambio, che può differire da un altro in dettagli che li rendono incompatibili, come l’attacco o alcune misure minime dentro alloggiamenti ristretti”.
Dei 120 mezzi posseduti, Riboni ha 70 Euro 5, 40 Euro 3 e una decina di furgoni, alcuni dei quali adibiti a officina mobile, con i quali si interviene fino a 600 km circa dalla sede; oltre non è giudicato conveniente.
E gli Euro 6? “Li acquisteremo quando non si potrà fare altrimenti. Puntando sulla manutenzione, per ora allunghiamo la vita dei trattori che abbiamo ad almeno sei anni. Del resto, i motori moderni superano senza eccessivi problemi il milione di chilometri. La tecnologia ne ha migliorato parecchio l’affidabilità. Con i prodotti sintetici, l’olio motore si cambia dopo i 100.000 km e un differenziale resiste fino a 300.000. Per questo i costruttori offrono la garanzia fino a tre anni: sanno che in quel periodo la probabilità di guasti è minima. Le magagne saltano fuori dopo, ma se hai la tua officina con addetti preparati puoi fronteggiare le situazioni con maggiore serenità”.
L’officina interna di Riboni si estende su circa mille metri quadri; sulla sua scrivania ci sono tuttavia i disegni di un progetto ambizioso, per ora in sospeso: la costruzione di una nuova officina con tre buche e quattro ingressi per ospitare comodamente altrettanti camion. L'idea è quella di estendere il servizio di assistenza a tutti i camion in transito su questa che è una delle rotte continentali più battute.
“Le difficoltà del momento ci hanno resi cauti sul progetto nel quale comunque crediamo molto. Aziende delle nostre dimensioni non possono fare a meno di una propria officina adeguata. Inoltre, grazie all’ottima posizione in cui ci troviamo, a poche centinaia di metri dal casello Meina della A26, è nostra intenzione realizzare il progetto anche per offrire il servizio ai numerosi camion di passaggio su una delle rotte internazionali più frequentate”. Proseguendo verso nord, in effetti, ci si dirige in Svizzera e poi verso il Sempione, mentre in direzione sud si aprono le più importanti direttrici verso la pianura Padana e da lì per l’Italia intera e la Francia attraverso Genova-Voltri, il cui porto è raggiungibile in poche ore di camion.

L’arrivo degli Euro 6 rivoluzionerà il settore
Nell’ordine predominano, tra i camion Riboni, i Volvo (formano il 70% della flotta), poi vengono gli Iveco (20%) e i Mercedes-Benz (10%). “I Volvo all’acquisto hanno un prezzo superiore ma, a conti fatti, offrono il costo/km inferiore – afferma Alberto - i Mercedes-Benz hanno invece il pregio di mantenere alto il valore dell’usato e il vantaggio, insieme ai camion svedesi, di garantire una valida rete di assistenza anche nei paesi più lontani. Dal canto loro, gli Iveco mostrano un rapporto prezzo/qualità eccellente e una buona rete di assistenza in tutta Europa, senza considerare un pizzico di orgoglio nazionale che contribuisce alla scelta e l’ottima opinione che abbiamo della concessionaria territoriale, la Borgo Agnello”.
Niente veicoli, però, con motore Euro 5 Eev, quel livello considerato propedeutico all’atteso Euro 6: “Non ci è sembrato il caso di acquistarne visto che il 2014, anno in cui dalle fabbriche dovranno uscire solo Euro 6, non è lontano. Ci è sembrata una soluzione intermedia poco attraente. Meglio attendere appunto gli Euro 6 che si annunciano come una svolta epocale, con motori e cabine completamente nuovi per un autotrasporto rivoluzionato, dov’è ormai necessario fare estrema attenzione ai costi di gestione e al comfort per autisti che sono costretti a trascorrere molte ore sul mezzo, anche fermi per rispettare i tempi di guida. Per questo le cabine saranno più confortevoli, con dotazioni ispirate al camper. Per via dei motori fortemente innovativi, finché sarà possibile aspetteremo a compiere quello che per noi sarà un salto generazionale enorme con tutti i mezzi che dovremo cambiare. Vorremo essere certi dell’affidabilità dei nuovi propulsori nelle prestazioni”.
Oltre all’ingente quantità di trattori e furgoni, la flotta Riboni si completa con circa 220 semirimorchi: “Che danno un altro bel da fare all’officina – prosegue
Alberto – perché anche di essi conviene allungare la vita il più possibile, fino almeno ai dieci anni visto che in questo campo il valore dell’usato è sconfortante. Devo tra l’altro riconoscere che l’applicazione dei freni a disco ai veicoli rimorchiati, vista inizialmente con sospetto temendo costi superiori di gestione, si è rivelata al contrario più semplice e conveniente nella manutenzione. Ora per tenere i freni in perfetta efficienza basta appunto cambiare le pastiglie. Una volta, invece, con i freni a tamburo era necessario rettificare con macchine speciali i tamburi, verificare i registri dei freni per equilibrare la frenata nonché impiegare molte ore di manodopera per ripristinare le ciabatte. Terminato il lavoro di ripristino era pure obbligatorio controllare l’equilibratura al banco prova, in almeno una giornata di duro lavoro. Insomma, un bel passo avanti”.
E visto che siamo finiti sulle ruote, ecco un’ultima riflessione di Riboni, sui pneumatici e sul servizio offerto dai migliori fornitori: “Siamo grandi clienti di Michelin di cui apprezzo, oltre alla qualità delle gomme, l’assistenza: una volta al mese circa piomba sul nostro piazzale un loro addetto che controlla la pressione e le condizioni dei pneumatici dei veicoli che trova per verificarne la correttezza dello stato d’usura. Tutto sommato credo convenga anche a loro tenerci sotto controllo perché così possono sincerarsi delle performance del loro prodotto. Sanno che la gomma di un camion Riboni passa dagli oltre 40°C del Marocco ai –20°C della Russia”.

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