Articoli | 15 October 2011 | Autore: Antonio Massa

Autocamion Palagi: ha tolto dai guai tanti camionisti

Paolo Palagi è titolare di un’officina con soccorso Aci in prossimità dell’uscita Pontremoli dell’A15, nota come Autocamionale della Cisa. Turbine
e alternatori fuori uso, sistemi frenanti bloccati e ruote di scorta assenti all’appello sono alcuni dei problemi che deve risolvere dopo aver trainato al sicuro
i mezzi pesanti.

Salire sulla Cisa percorrendo l’A15 verso l’Emilia può riservare sorprese se il camion non è in buone condizioni o se, tra un tornante e l’altro, l’età rivela qualche acciacco o una trascuratezza nella manutenzione. Talvolta la magagna salta fuori dopo Aulla, impedendo al veicolo di raggiungere il valico.
A cedere può essere la turbina dell’intercooler messa a dura prova nell’affrontare le salite dell’Appennino Tosco-Emiliano: il suo forfait è evidente quando dalla marmitta si liberano nuvole di fumo bianco. Lo sa bene Paolo Palagi, meccanico di lungo corso con i suoi 60 anni portati in maniera invidiabile e titolare di Autocamion, un’officina a poche centinaia di metri dal casello di Pontremoli, che effettua il servizio di soccorso Aci servendosi di una possente autogru o di un Iveco Eurotrakker dotato di forca.
Con i due mezzi, lui che è un ex vigile del fuoco, ha cavato d’impaccio tanti camionisti dalle situazioni più critiche.

Quando la causa è la cattiva manutenzione
Con i suoi due cellulari sempre accesi, 24 ore su 24, Palagi è rintracciabile in ogni momento. Uno squillo e via, eccolo in partenza alla guida di uno dei due mezzi pesanti insieme a “Scheggia”, un soprannome che è una garanzia in queste situazioni per il tecnico di fiducia che lo assiste, seguito magari dal furgone officina mobile, con alla guida Bruno, quando si capisce che il danno può essere riparato sul posto, o comunque senza dover spostare il mezzo in panne per troppi chilometri.
“Turbina e apparato frenante - racconta Palagi - sono le componenti che da queste parti vanno in tilt più di frequente. Consiglio sempre di fermarsi quando, guardando nello specchietto retrovisore, si notano le prime avvisaglie di fumo bianco. Se il problema riguarda i freni è lo stesso camion che normalmente si blocca. E per fortuna, perché prima che i costruttori introducessero le nuove tecnologie, si poteva andare incontro a una catastrofe: l’autista cercava di frenare e il veicolo non rispondeva, acquistando velocità, con quel che ne poteva facilmente conseguire su queste pendenze”.
Se, agendo con prudenza, il camionista si ferma alla prima avvisaglia di guasto e segnala l’eventuale ingombro della carreggiata agli utenti dell’autostrada che seguono, Palagi arriva e aggancia il mezzo nella cui cabina di guida talvolta prende posto il suo aiutante: “Non c’è da meravigliarsi che l’autista del camion si senta incerto, diciamo pure timoroso, nel rimanere nella sua cabina così insolitamente sollevata da terra mentre si percorrono tornanti e viadotti. Molti si sentono più tranquilli seduti al mio fianco”.

Indispensabile l’affidabilità del fornitore di ricambi
Ma che può essere accaduto alla turbina? “In genere a mandarla fuori uso è la mancanza di manutenzione. Uno magari pensa di poter fare ancora qualche migliaio di chilometri prima di sostituirne l’olio e sbaglia. Non riflette sulle modalità di funzionamento di un dispositivo come quello, che si muove fino a 240.000 giri al minuto: come si può pensare che una simile rotazione, oltre il limite dell’umana immaginazione, non abbia bisogno di un lubrificante in piena efficienza?
Anche i filtri hanno però il loro peso: non sostituirli con regolarità significa far affluire aria sporca alla turbina che è un dispositivo delicatissimo”.
Insomma, meglio provvedere prima che il danno s’aggravi trasferendosi al motore, perché ripartire non sarebbe a quel punto tanto semplice.
Nel caso Palagi riesca a metter in fretta le mani sulla turbina, i tempi di riparazione dipendono dalla disponibilità del pezzo: “Del quale sono indispensabili gli elementi identificativi. Devo perciò necessariamente smontarlo, annotarli e trasmetterli alla concessionaria della marca del camion in questione, che non sempre l’ha in magazzino. Allora mi riesce più facile chiamare il mio fornitore di Alba, che al più tardi il giorno successivo me lo fa avere. Dopo di che montarlo e riaccendere il motore è questione di poco”.
L’altra frequente anomalia contro la quale Palagi è chiamato a misurarsi è, come s’accennava, il blocco dell’apparato di frenatura: “Spesso è innescato dal surriscaldamento dei tubi dell’aria i quali, essendo di plastica, possono essere investiti da uno sfiato ad alta temperatura della marmitta forata che ne provoca il deterioramento e poi la rottura. Nei moderni sistemi entrano immediatamente in azione particolari valvole di blocco che fermano il veicolo, ovunque si trovi. Da un lato questo è certamente un bene, ma dall’altro significa che è necessario intervenire prontamente per spostarlo dalla carreggiata dove spesso l’autista è magari costretto a sostare mentre ci aspetta”.
Se è così Palagi con il carro attrezzi è obbligato ad agganciare il mezzo e a portarlo in una zona sicura, subito fuori dal primo casello raggiungibile o, se le condizioni lo permettono, eccezionalmente, in un’area di servizio dove però deve creare attorno al veicolo una cintura di sicurezza che il pubblico non è autorizzato a oltrepassare.
“Devo riconoscere che le forze dell’Ordine, la Polizia Stradale in particolare, e il personale dell’A15 si mostrano sempre molto collaborativi; con il loro aiuto ho risolto situazioni molto antipatiche”.
Altre volte è l’alternatore ad andare fuori uso in vista di Pontremoli: “Se decide di smettere di caricare la batteria non ce n’è, va sostituito e basta”, dice Palagi che, non c’è poi tanto da sorprendersi visto come gira il mondo dell’autotrasporto, qualche volta deve intervenire con estrema urgenza semplicemente, si fa per dire, per una gomma forata: “Per ridurre al minimo la tara e caricare la maggior quantità di merce possibile - spiega - molti montano i cerchi in lega leggera e non si portano più appresso la ruota di scorta. Così se un pneumatico va fuori uso tocca a me risolvere la situazione”.

Tanta informatica al posto di cacciavite e chiave inglese
Quando si va a recuperare un mezzo pesante in autostrada (e che autostrada, la “Camionale” - così è ancora chiamata l’A15; la ragione sociale della concessionaria è proprio Autocamionale della Cisa) c’è da muovere gli occhi da tutte le parti sulla miriade di curve, viadotti e gallerie: “Ci sono le autocisterne di gas propano che equivalgono a bombe su ruote - avverte Palagi - e in quei casi dell’assistenza della Polstrada non si può fare a meno”.
Talvolta c’è da uscire per degli autobus: “Da qualche anno è stata autorizzata anche in Italia la circolazione di quelli lunghi fino a 15 metri, dei veri giganti. Quando si va a soccorrerne uno non si può andar via con quello in panne se prima non è arrivato quello sostitutivo a tirar su i viaggiatori”.
Posizionatosi in condizioni di sicurezza, che si tratti di un camion o di un autobus, Palagi verifica l’entità del danno e sente da chi conduce il mezzo quale delle tre soluzioni tra quelle disponibili intende adottare per risolvere il problema. L’autista o camionista che sia, infatti, può ricorrere alle prestazioni di Palagi per la riparazione (che può effettuare presso la sua seconda sede di Aulla se più comoda), può invece preferire essere trainato alla concessionaria più vicina o ancora può chiedere a quest’ultima di venire a prenderlo. Si tenga presente che Palagi, come qualunque meccanico che si rispetti, può effettuare anche i tagliandi ai veicoli, coperti o meno da garanzia, rispettando le indicazioni del costruttore pure sulle specifiche dei pezzi di ricambio equivalenti agli originali.
“Devo ammettere che i guasti meccanici sono diventati rari - precisa Palagi - e che gli inconvenienti sono per lo più dovuti a negligenze nella manutenzione. Rispetto a una decina di anni fa sono diminuiti parecchio anche gli incidenti, per via dei maggiori controlli che vengono eseguiti. Basta fermarsi in un parcheggio durante la notte per vedere quanti mezzi pesanti vi si fermano affinché l’autista rispetti le ore di riposo stabilite dalle norme. Una volta ci si badava meno e i colpi di sonno erano tra le cause principali di incidente. Certo, il guasto imprevisto può sempre capitare e giudico tra i più antipatici, considerando il tratto in cui ci troviamo, in discesa a sud del valico, quelli al sistema frenante: se scoppia un tubo dell’aria e i freni non sono ben equilibrati c’è il rischio di mettersi di traverso creando un ostacolo improvviso per chi segue. Per questo consiglio sempre di mantenere bene la distanza di sicurezza”.
Tra i progressi compiuti dalla professione, il meccanico di Pontremoli annovera l’informatica con i sistemi di diagnosi (che hanno sostituito in diverse occasioni cacciavite e chiave inglese) e i prontuari che, marca per marca, con i programmi Autodata, indicano con precisione che cosa montare per rimettere in sesto i veicoli: “Fino a metà degli anni 80 si lavorava col cartaceo. Volumi enormi che dettagliavano la componentistica di ciascun modello. Da questo punto di vista non c’è dubbio, si lavora meglio adesso”.

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