Articoli | 03 March 2015 | Autore: A cura della redazione su dati forniti da Anfia

Comparto truck in recupero. Il nuovo avanza lento

Nel complesso, il 2014 per il settore truck & bus ha fatto registrare, nei Paesi UE, un totale di 1.849.077 nuove immatricolazioni, vale a dire il 7,6% in più sul 2013. L’Italia fa meglio, con un + 13,9% di immatricolazioni di veicoli commerciali rispetto allo stesso anno.

 

Dopo l’incontro dello scorso ottobre di Anfia-Aftermarket (organizzato a Moncalieri in collaborazione con Autopromotec) che ha visto riuniti produttori e distributori di ricambi autocarro, e in attesa dello svolgimento del primo Meeting Nazionale Ricambi Veicoli Industriali, che avverrà il prossimo 22 maggio proprio all’interno di Autopromotec, Anfia rende noto i lavori realizzati dalla sua sezione Area Studi e Statistiche sul comparto del Trasporto merci su strada. Ne emerge una fotografia del mercato truck nel nostro paese, con il trend degli ultimi anni e un confronto con il resto d’Europa.

In particolare, il focus sviluppa i seguenti argomenti:

- traffico merci su strada e immatricolazioni autocarri nell’Unione europea: trend 1995–2013, 

-traffico merci su strada e immatricolazioni autocarri in Italia: trend 2000–2014, 

- mercato veicoli commerciali leggeri (VCL), autocarri >3,5 t e autocarri >16 t in UE + EFTA nel 2014, 

- produzione veicoli commerciali leggeri in UE e Italia nel 2014 e trend principali Paesi dal 2000 al 2014, 

- Italia: mercato VCL, veicoli industriali e rimorchi e semirimorchi pesanti nel 2013 e 2014, 

- Italia: parco circolante veicoli commerciali, veicoli industriali e rimorchi/semirimorchi per anzianità a fine 2013.
 

Unione Europea: uno sguardo d’insieme

Prima di scattare la fotografia attuale, Anfia fa un passo indietro tracciando una curva che parte dal lontano 1995 e arriva al 2013. Da allora, nell’Unione Europea i volumi di merci movimentate sono cresciuti progressivamente fino al 2007, per subire una pesante battuta d’arresto nel 2009 e recuperare nel 2010; ancora in leggera flessione nel 2011, una tendenza confermata anche per l’anno 2012.

Prendendo in considerazione la ripartizione del traffico merci per modalità di trasporto, quello su strada continua a essere il preferito rispetto alle altre modalità. Nel 1995 il 42% di tutte le merci movimentate (incluso mare e aereo), viaggiava su strada, per salire al 46,4% nel 2009, e attestarsi al 44,9% a fine 2012.

Se si escludono mare e aereo, la strada movimentava il 67% delle merci nel 1995, il 73% nel 2009 e il 71,6% nel 2012. Un altro dato interessante: fino al 2007 il traffico merci è cresciuto a tassi superiori rispetto al Pil, dal 2007 in poi la tendenza si è invertita.

I valori delle merci trasportate oggi sono ritornati ai valori degli anni 2003-2004 (sempre escluso mare e aereo). L’incremento del traffico merci su strada nel periodo 1995-2012 è stato del 31%, quello ferroviario solo del 4,9%, quello su vie d’acqua interne del 22,8%, mentre quello attraverso gli oleodotti è diminuito dello 0,1%. Complessivamente nel periodo considerato, il traffico merci è cresciuto del 22,8%.

La strada si conferma in assoluto la regina nel trasporto nazionale e internazionale (quest’ultimo include “cross trade” e “cabotaggio”), con punte eccezionali in Spagna, con il 91% di tutte le merci trasportate, in Regno Unito con l’83%, in Italia e in Germania con l’80% e in Polonia con il 76%. La Germania si conferma il primo Paese dell’Unione per volumi di merci trasportate, seguita dalla Polonia. 

Il traffico merci su strada, in mld di t/km trasportate, nel 2013 è in calo rispetto all’anno precedente in Germania, Spagna, Francia e UK, finalmente in recupero in Italia. In Polonia il traffico è cresciuto dell’11,4% rispetto al 2013. 

L’Italia, tra il 2007 e il 2013 ha perso invece il 40% delle merci movimentate su strada in mld t/km (da 211,4 mld di tkm a 127,2), solo nel 2011 il calo è stato del 18,7% sul 2010 e nel 2012 è stato del 13,2% sull’anno prima. Un crollo che fa ben riflettere sulla gravità della crisi: i consumi in continua contrazione (inclusi quelli alimentari) che portano a una pesante contrazione della produzione industriale, a cui si unisce l’alto tasso di disoccupazione e la pressione fiscale tra le più alte in Europa.

La situazione italiana

Secondo la modalità di trasporto, la contrazione maggiore ha riguardato il trasporto su strada (effettuato dai veicoli con portata superiore a 3,5 t). Il traffico merci su strada, che come abbiamo detto è calato del 40% dal 2007 al 2013, nel 2013 movimenta 127,2 mld t/km di merci (+2,6% sul 2012). E’ ancora presto per parlare di una ripresa, ma almeno non si è aggiunto un altro segno meno. Si registra anche un leggero miglioramento del traffico dei veicoli pesanti sulle autostrade (dato Aiscat), misurato in milioni di veicoli-km, che nel 2014 è leggermente cresciuto, +0,7%, dopo il calo del 2,3% del 2013.

Da un confronto con la situazione europea, è evidente che in Italia il calo dei volumi delle merci trasportate è stato maggiore rispetto alle media UE, determinando una contrazione più accentuata delle vendite di nuovi autocarri. Infatti, la media delle vendite di autocarri medi-pesanti nel decennio 1999-2008 ammontava a 36.500 unità/anno, una media che è scesa a 16.000 unità/anno nel periodo 2009-2014 (vedi grafico 3).

Veicoli commerciali leggeri (VCL)

Nell’area UE+Efta, il mercato dei veicoli commerciali leggeri (VCL) ha registrato un incremento del 10,7% nel 2014, con 1,59 milioni di unità vendute, un volume inferiore del 30% a quello pre-crisi del 2007 (2,28 milioni di unità).

La Francia registra un incremento dell’1,5% sul 2013 con oltre 370.000 nuove registrazioni, un volume inferiore del 20% rispetto a quello del 2007. Il mercato tedesco, dopo un calo del 24% nel 2009 sul 2008 con appena 170.000 immatricolazioni, ha recuperato progressivamente e la media annua delle vendite dal 2011 al 2014 è stata di oltre 223.000 unità vendute.  In UK sono stati immatricolati quasi 322.000 VCL (+18,7%) nel 2014, un volume ormai in linea con quelli pre-crisi. 

Anche in Italia e in Spagna si registrano nel 2014 aumenti a doppia cifra, si tratta però di volumi di mercato inferiori di oltre il 50% rispetto a quelli conseguiti nel 2007.

Autocarri >3500 kg

Sui camion, la nuova normativa europea sulle emissioni Euro6, entrata in vigore nel 2013 per le omologazioni, dal primo gennaio 2014 è diventata operante per le immatricolazioni (con più di un anno di anticipo rispetto alle automobili). Per tutto il 2013, i costruttori hanno potuto produrre e vendere i modelli omologati prima della fine del 2012 (purché Euro V o EEV). Dal primo gennaio 2014, invece, si sono potuti vendere solo camion Euro VI e gli Euro V/ EEV, prodotti entro il 31 dicembre 2013, per i quali è stata ottenuta una deroga di fine serie dal Ministero dei Trasporti. 

La ripresa del mercato nel 2° semestre 2013 è stata influenzata dall’entrata in vigore della normativa, che ha causato un aumento della domanda di autocarri Euro V o EEV.

L’effetto distorsivo determinato dall’introduzione della norma Euro6 è proseguito anche nei primi tre mesi del 2014; dopo – con la sola eccezione del mese di ottobre – il mercato è stato contrassegnato dal segno meno, con addirittura flessioni a due cifre negli ultimi due mesi dell’anno. La media annua degli autocarri venduti dal 2011 al 2014 è stata di circa 306.000 veicoli, il 30% in meno dei volumi consuntivati negli anni pre-crisi (vedi grafico 4).

 

Il mercato degli autocarri ha subito un pesantissimo ridimensionamento con la crisi economica-industriale europea. Sono diminuiti i consumi dei consumatori, l’approvvigionamento delle industrie, la distribuzione di prodotti finiti, che hanno enormemente influito sul rinnovo delle flotte. Nel 2014 la contrazione del mercato è stato del 7,7%, con poco più di 290.000 nuovi camion venduti.

Il calo delle immatricolazioni di autocarri medi-pesanti è stato molto più pesante in Italia e in Spagna (il 64% in meno sui volumi venduti nel 2007). La Germania è il primo mercato dell’Unione allargata, seguita da Francia e UK; al 4° posto si piazza la Polonia.

 

Autocarri >16000 kg

Complessivamente, il mercato degli autocarri pesanti ha totalizzato oltre 225.000 nuove registrazioni, più della metà vendute in soli tre paesi: Germania, Francia e UK. Buon recupero della Spagna, anche se come in Italia, dal 2009 il mercato si è più che dimezzato. La Polonia è il quarto mercato dell’Unione Europea allargata. 

Quasi l’80% dei veicoli industriali immatricolati ha ptt <=16 tonnellate. La contrazione del comparto dei pesanti è stata del 5,6%, mentre quella dei medi è stata del 14%.

(vedi grafico 5).

Produzione di veicoli commerciali leggeri

Nel 2014 sono stati prodotti nell’Unione Europea 1,58 milioni di veicoli commerciali leggeri (+12,8% sul 2013).

La produzione tedesca, dopo il crollo del 2009, ha recuperato progressivamente, superando nel 2014 i volumi del 2007, con oltre 303.000 veicoli prodotti. In Spagna, la produzione di VCL, pari a 477.000 unità, è cresciuta del 23,9%, ma risulta inferiore del 20,4% rispetto a quella del 2007. Positivo anche il dato dell’Italia, che con circa 271.000 veicoli prodotti, registra un incremento del 15% circa sul 2013, pur mantenendosi ancora al di sotto dei volumi record 2007. Dalle fabbriche francesi sono usciti invece 322.000 veicoli commerciali leggeri (+14,2%). Netto ridimensionamento di questo comparto in UK, nel 2014 la produzione è diventata poco più di un quarto di quella del 2007.

Italia: mercato veicoli commerciali, industriali e rimorchi

Veicoli commerciali ≤3,5 t ptt

I fattori che hanno influito sul rapido sviluppo del mercato dei veicoli commerciali con ptt <3,5 ton fino al 2007 hanno riguardato lo sviluppo delle attività terziarie, la capillarità e il forte aumento della rete di distribuzione delle merci di largo consumo, così come la chiusura delle aree urbane ai mezzi pesanti. Dal 2008, la domanda di veicoli commerciali è tornata ai livelli dei primi anni novanta (triennio 1992-1993).

Nel 2014 il mercato dei VCL ha registrato quasi 118.000 nuove immatricolazioni, con un recupero del 16,4% sul 2013, soprattutto grazie al rinnovo delle flotte. Sul totale immatricolato, l’alimentazione alternativa (con circa 7.400 unità) ha pesato nel 2014 per il 6,3%, in calo rispetto all’8,3% del 2013. Esigui i veicoli elettrici, con poco più di 300 unità immatricolate. Fiat Professional mantiene la leadership del mercato, con il Fiat Ducato che rappresenta il modello più venduto in Italia.

 

Autocarri >3,5 t ptt

Nel settore degli autocarri i dati sono altrettanto negativi: dopo la breve parentesi di ripresa nel 2011, molto più contenuta che nel resto d’Europa, la domanda è tornata a scendere a tassi sempre più marcati, aggravandosi nel 2012, con un calo del 29%.

Nel 2013 e nel 2014 sono stati rilasciati lo stesso numero di libretti di circolazione, comunque in calo rispetto al 2012 (circa 12.700). Circa il 75% dei veicoli venduti riguarda il comparto dei pesanti (≥16 t); i trattori stradali venduti nell’anno sono stati poco meno di 6.000 e i veicoli “cava cantiere” quasi 700. 

CNH mantiene la leadership del comparto, con il 40% di quota.

 

Rimorchi e semirimorchi >3,5 t di ptt

Alla fine del 2014 sono stati immatricolati 6.859 tra rimorchi e semirimorchi con peso superiore a 3.500 kg, in crescita del 5,3% sul 2013, in termini assoluti pari a 348 veicoli in più. La crescita del 2014 è la risultante di un forte aumento delle immatricolazioni nel primo semestre 2014 (+25,7%) e di un decremento nel secondo semestre (-7,2%) (vedi grafico 6 alla pagina precedente).

I rimorchi pesanti immatricolati nel 2014 sono 777, in crescita del 16% e rappresentano l’11,3% del totale mercato veicoli trainati pesanti, mentre nel 2013 erano 670 e rappresentavano il 10,3% del totale. I semirimorchi pesanti immatricolati nel 2014 ammontano a 6.082, in crescita del 4,1% rispetto al 2013, quando le immatricolazioni si sono fermate a 5.842; il mercato dei semirimorchi ha registrato un deciso incremento nel 1° semestre del 27% e un calo del 9% nella seconda parte dell’anno, dovuto in particolare alla caduta nel 3° trimestre del 12,5%.

La crisi ha colpito il settore ma soprattutto i costruttori nazionali, che subiscono anche un ridimensionamento del loro peso nel mercato nazionale, che si riduce al 49% dal 72% del 2008, ben 23 punti in meno. L’andamento dei costruttori nazionali registra da un lato la crisi dell’azienda leader del settore (CIR) e dall’altro la tenuta o la crescita degli altri competitor nazionali, che insieme crescono dell’8,6%. 

I brand esteri conquistano il 51% del mercato e crescono del 25% rispetto al 2013. Schmitz, Krone e Koegel hanno venduto complessivamente volumi pari a un terzo di tutti i veicoli trainati in Italia nel 2014 (+23% sul 2013).

Italia: parco circolante veicoli commerciali, industriali e rimorchi

A fine 2013 il parco circolante ammontava a 4.768.449 veicoli commerciali e autocarri e 347.108 rimorchi e semirimorchi (superiori a 3.500 t di ptt). I dati evidenziano come esista ancora un consistente numero di veicoli “obsoleti” e meno sicuri; l’andamento negativo del mercato non favorisce di certo il rinnovo del parco.

 

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