News | 13 April 2016 | Autore: Redazione

Immatricolazioni: continua la crescita per autocarri e rimorchi, male gli autobus

I dati elaborati da ANFIA nel primo trimestre evidenziano il trend positivo per le immatricolazioni nel mercato degli autocarri (+19,2%) e dei rimorchi e semirimorchi pesanti (+41,8%), mentre gli autobus sono in caduta libera (-12,7%).

 

Nel mese di marzo, il numero di libretti di circolazione di nuovi autocarri in Italia ha segnato un +22% rispetto allo stesso periodo del 2015, per un totale di 1.592, mentre quelli di rimorchi e semirimorchi pesanti sono stati 1.755 (+89,3%).
È quanto emerge dai dati elaborati da ANFIA, che completano i dati settoriali di mercato per l’Italia pubblicati da ACEA per i Paesi UE28+EFTA.
 
A partire da questo mese, l’associazione pubblica i dati delle nuove immatricolazioni di veicoli industriali (autocarri e autobus) e di veicoli trainati presenti nell’Archivio dei Veicoli del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti1, aggiornato con la data di rilascio della carta di circolazione.
ANFIA ha scelto di elaborare i dati secondo questa modalità per dare una lettura puntuale e definitiva del mercato. In questo modo, si evitano stime di mercato generate dalla lettura dei dati secondo la data di rilascio della targa, le cui code immatricolative aggiornano l’archivio con 3-4 mesi di ritardo.
 
Dai dati si evince che nel primo trimestre 2016 sono stati rilasciati 4.610 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+19,2%) e 3.977 libretti di circolazione di rimorchi e semirimorchi pesanti (+41,8%).


 


















Per avere un quadro completo, bisogna ricordare che tra il 2008 e il 2014 l’Italia ha perso il 35% delle merci movimentate su strada in mld tkm (da 180,5 a 117,8); solo nel 2011 il calo è stato del 18,7% rispetto al 2010, mentre nel 2012 si è registrata ancora una contrazione del 13,2% rispetto all’anno precedente.
Ha fatto ben sperare la leggera ripresa del 2013, ma nel 2014 è seguita una flessione del 2,6%, e le tonnellate per km di merci movimentate sono scese al livello più basso dell’ultimo decennio.
 
Nonostante la strada sia la modalità di trasporto preferita nel nostro Paese, il calo dei volumi delle merci trasportate è stato maggiore rispetto alle media UE, con una contrazione più accentuata delle vendite di veicoli adibiti al trasporto merci con ptt superiore a 3.500 kg.
 
La media annua di autocarri nuovi medi-pesanti venduti in Italia è stata di 36.700 unità dal 2000 al 2008, di 18.900 dal 2009 al 2011, di poco più di 13.500 unità dal 2012 al 2015; per i rimorchi e semirimorchi pesanti, la media annua dei veicoli venduti è stata di 16.900 dal 2000 al 2008, di 8.970 dal 2009 al 2011 e di 7.600 dal 2012 al 2015.
 
Lo scorso anno, le immatricolazioni di autocarri e rimorchi-semirimorchi hanno registrat orispettivamente incrementi del 19,7% e del 54%. Si tratta sì di valori positivi ma inferiori rispetto a quelli del 2008: del 55% per gli autocarri e del 39% per i rimorchi-semirimorchi.
Nel 2015, sono arrivate buone notizie anche dai dati di traffico dei veicoli pesanti sulle autostrade misurati in milioni di veicoli-km sono stati buoni, con un +3,8% rispetto al 2014.
 
Questa ripresa e il mantenimento di un trend positivo del mercato dei veicoli industriali e dei veicoli trainati sono dovuti all’adozione di misure pubbliche varate dal Governo a sostegno del rinnovo delle flotte.
Si tratta del combinato disposto dei superammortamenti per beni strumentali d'impresa previsti dalla Legge di Stabilità 2016, del Decreto sull’estensione del Fondo di Garanzia per le PMI alle operazioni finanziarie di accesso al credito per investimenti in mezzi di trasporto, emanato a dicembre 2015 e, inoltre, del Decreto sugli investimenti in veicoli delle imprese di autotrasporto emanato dal Ministero dei Trasporti (MIT) per il terzo anno consecutivo.
 
Questi provvedimenti hanno portato la sostituzione più rapida dei mezzi di trasporto, che favorisce l’immissione su strada di veicoli nuovi con ridotti standard emissivi (Euro VI) e con alimentazione alternativa (in particolare, metano e metano liquido), nonché di semirimorchi per l’intermodalità marittima e ferroviaria.
Si tratta di misure che puntano a piani di sviluppo pluriennale delle imprese e contribuiscono allo sviluppo della green economy.


 











Il discorso cambia purtroppo per il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg che a marzo ha visto una flessione del 39,3%, per un totale di 201 libretti rilasciati, mentre nel primo trimestre il calo si attestava al 12,7%, con 645 libretti.
 
Il parco circolante di autobus nel nostro paese, sia pubblico che privato, ha un’età media di circa 13 anni (7,9 anni in Francia, 6,9 anni in Germania e 7,7 anni in Regno Unito), e gli autobus adibiti al TPL con prima immatricolazione fino al 1998, iscritti al PRA-ACI, sono quasi un terzo del totale.
Si tratta di un comparto che, per quanto riguarda il TPL in senso stretto, dipende interamente dalla domanda pubblica e, quindi, di anno in anno ha sofferto per il pesante indebitamento pubblico e del taglio delle risorse pubbliche disponibili.
 
Negli altri Paesi europei in cui esiste un comparto industriale autobus, sono state invece adottate politiche industriali legate allo sviluppo dei trasporti pubblici e della mobilità in generale.
È andata diversamente in Italia, dove la pesante contrazione della produzione industriale riflette la più ampia crisi strutturale che l’intero settore del TPL sta vivendo. La causa va cercate nell’incertezza di risorse e tempi lunghi di attesa nel riparto e nell’assegnazione alle Regioni.
 
Dei 535 milioni di euro stanziati dalle ultime Leggi di Stabilità per il periodo 2015-2019, solo pochi giorni fa è stato finalmente approvato il piano di riparto regionale 2015-2016, che ne metterà in circolazione 385 milioni di euro (260 per il 2015 e 125 per il 2016); quindi le gare potranno partire nei prossimi mesi. Nuove modalità sperimentali per il rinnovo del parco autobus sono state annunciate dal Governo con la legge di Stabilità 2016.
 
ANFIA si rende disponibile a valutare con il Governo ipotesi di cambiamento dell’attuale sistema, per assicurare ai costruttori di autobus e componenti una programmazione a lungo termine della produzione e un miglioramento dell’efficienza gestionale, garantendo al tempo stesso l’immissione sul mercato di veicoli sempre più ecologici e innovativi.

 

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